( S.Carina) – Se le considerazioni di Zeman sul presidente della Figc, Giancarlo Abete, hanno destato clamore, anche quelle sulle quotazioni delle società di calcio in Borsa rilasciate al magazine Sette – «Non dovrebbero essere quotate. I risultati mi danno ragione. Il calcio deve stare fuori dalla finanza e dalla politica» – non sono passate inosservate. E così, alla prima occasione, Unicredit – parte in causa – ha risposto ufficialmente con il numero due dell’istituto bancario, il vicedirettore Paolo Fiorentino, a margine dell’Uefa Champions League Trophy Tour: «Oggi non ha grandissimo senso avere società di calcio quotate.[…]».
Non passa inosservata la leggera stoccata en passant sul finire, che non trova però seguito nel commento dell’operato del tecnico boemo e del club: «I primi risultati della Roma, in termini di entusiasmo della gente, sono straordinari. Speriamo arrivino risultati anche sul campo – prosegue il vicedirettore di Unicredit che a maggio aveva fissato l’obiettivo per questa stagione nella qualificazione alla prossima Champions – L’As Roma ha una struttura manageriale, di cui fa parte anche l’allenatore Zeman, di primissimo ordine. […]». «La Roma è una storia di ristrutturazione di un’azienda in cui abbiamo ridotto il monte salari e oggi abbiamo, con i giovani, un patrimonio e degli asset che non avevamo prima» – il club capitolino paga ancora 75-80 milioni di compensi, esclusi lo staff tecnico e la dirigenza.
Un club che ha comunque riacquistato il suo appeal ed è forse per questo motivo che continua la ricerca di nuovi soci: «Ci piacerebbe trovare altri 2 investitori a cui affidare il 10-15% del pacchetto azionario». Anche perché il manager spiega come «il 40% per Unicredit è troppo»[…]