(S. Carina) – Una querelle infinita. L’ultima risposta di Zeman a Vialli, trova una prima spiegazione nel 6 agosto del 1998. Dopo aver dichiarato una decina di giorni prima che il calcio doveva «uscire dalle farmacie», proprio quel giorno il tecnico tornò sull’argomento affermando di aver notato «strane esplosioni muscolari che partono da Vialli sino a Del Piero». È il via al lungo botta e risposta tra i due. Quarantotto ore dopo è il turno dell’attaccante: «È un terrorista, non merita di stare in questo ambiente».
Intanto mentre nell’immediato Pescante si dimetteva dalla presidenza del Coni e il laboratorio dell’Acquacetosa veniva chiuso con il trasferimento dei test antidoping all’estero, eccezion fatta per la parentesi nel 2003 -«Qualche anno fa Vialli mi definì terrorista. Invece con le dichiarazioni rese al Tribunale di Torino sull’assunzione dei farmaci («Assumevo Voltaren per una questione psicologica») mi ha dato praticamente ragione» – le stilettate tra i due hanno una tregua. Riprendono a gennaio di quest’anno: Vialli, su Twitter: «Chissà come si sentirebbe Zeman se qualcuno cominciasse a sospettare di così tante energie del Pescara». Puntuale la replica del tecnico: «C’è da meravigliarsi che questa battuta l’abbia fatta proprio lui». Il resto è storia recente. Dal «gran paraculo» di lunedì, alla replica di ieri.