(Il Tempo) È grazie alle loro giocate che Luis Enrique può fare un bel respiro e portarsi a casa i tre punti. La prima parola spetta a Bojan,«l’hombre del partido» grazie a mezz’ora esplosiva. “La partita era un po’ bloccata – racconta lo spagnolo – io ho cercato di fare movimento, scatti e così via. Dopo il gol tutto è andato meglio”. Viene il sospetto che Bojan renda meglio quando entra a partita iniziata. “Non lo so, decide il mister. Ho iniziato ancora dalla panchina ma quando entro cerco di fare il massimo per la squadra. Voglio sempre giocare e e quando non succede sento ancora più voglia di fare bene. Obiettivi della Roma? Restiamo tranquilli”. L’altro goleador della serata, Osvaldo, sale a quota cinque e interrompe la maledizione iniziata nel derby. Rispetto alla prima apparizione in Italia sembra un altro. “Mi trovo bene con i compagni e sto lavorando bene. Adesso – racconta Osvaldo – spero nella nuova chiamata di Prandelli: alla Nazionale ci tengo tanto“. Senza quell’assist di Pjanic la festa non sarebbe iniziata. “Ho visto Bojan con la coda dell’occhio e gli ho dato la palla. A me non interessa dove gioco, voglio essere utile per i compagni“. Uno slogan perfetto per Luis Enrique. Il calcio dello spagnolo esalta gli attaccanti e mette in difficoltà i difensori: il rovescio della medaglia. Onesta l’analisi di Burdisso: “Non mi era mai capitato di giocare così, né in Argentina – racconta il centrale – né in Italia. Faccio tanti uno contro uno, è difficile per noi ma ci aiuta a crescere. È una vittoria importantissima dopo le due sconfitte. Forse era più importante il risultato che riuscire a fare il gioco che vuole Luis Enrique. Dobbiamo trovare l’equilibrio giusto per non rischiare e fare gol. Cambiano sempre gli uomini? Sì e dobbiamo abituarci“. Cambiano e ti capita di riscoprire persino un Greco: “Sono felice per la squadra perché la vittoria arriva in un periodo non brillantissimo e per me che non giocavo da tanto“. Ora c’è posto anche per lui.