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GAZZETTA DELLO SPORT Totti-gol tra i miti. Ma ora la Roma ha il tabù Olimpico

Totti

(R. Palombo) – Specialista in suicidi la Roma ne realizza uno capace di oscurare quello del 2-3 col Bologna, anche se con la Sampdoria (1-1) finisce in parità. Sentite qui: in vantaggio di un gol, il numero 216 in campionato di Totti, e in superiorità numerica dall’inizio del secondo tempo (espulso Maresca), la squadra giallorossa sparisce dal campo, rimette in partita una Samp fin lì assai modesta e si consegna all’1-1 con una grottesca papera di Stekelenburg, buona per propiziare il tap in di Munari sull’innocuo cross di Berardi. Una ripresa sconcertante, per mancanza di tutto: cuore, gambe, testa. Tutto in una serata in cui Totti, tanto per cambiare, è il migliore dei suoi e aggancia Meazza e Altafini al terzo posto tra i cannonieri di tutti i tempi. Ma il suo compleanno numero 36, oggi, è assai amaro. Dietro di lui non c’è traccia della Roma, e quel che più preoccupa, di Zeman. Che, sostituito Tachsidis con uno spento De Rossi, si dimentica pure di disporre di altri due cambi. E credeteci, con quel che si vedeva in campo, da Destro in giù, c’era solo da scegliere. Ferrara esulta e ne ha ben donde, per come si erano messe le cose la sua è una piccola impresa. Se la Roma è questa, sabato a Torino i suoi amici della Juve non avranno difficoltà nel completare la festa. Quanto alla Samp, domenica ospita l’altra capolista Napoli. Senza Maxi Lopez, l’infortunato Pozzi e Maresca, sarà dura.

Un tempo solo Tanto dura la Roma. Senza Osvaldo e Pjanic infortunati e con De Rossi preservato in panchina, Zeman ripropone quasi per intero la squadra che si è suicidata col Bologna. L’unico cambio «tecnico» è Taddei per Piris che di quel suicidio era stato il braccio armato. E’ il solito 4-3-3 molto offensivo nel quale si specchia la Samp di Ferrara, che all’ingresso in campo sbaglia panchina ma senza incrociare Zeman. Samp per niente intenzionata, peraltro, a mettere il naso oltre la metà campo. Tutto il peso delle ripartenze (merce rara) è nelle gambe del velocista Eder, uno che da solo terrà in scacco la difesa giallorossa. Ne viene fuori una partita apparentemente a senso unico, la Roma che martella, pressing alto, Totti showman. Così, tra un gol e l’altro divorato da Destro e qualche parata importante di Romero, arriva il gol di Totti al termine di un gran mischione.
L’eclisse Si materializza un attimo dopo che Maresca, minuto uno della ripresa, si fa buttare fuori per doppio giallo. La Roma smette di giocare, e di lì alla fine sarà solo uno strazio. Ferrara, per contro, ha il coraggio di provarci: scala Krsticic in mezzo alla linea mediana e butta dentro Icardi, attaccante di peso superstite, per l’evanescente Estigarribia. E’ un 4-3-2 che diventerà 4-4-1 (Soriano per l’esausto Eder) solo quando l’1-1 sarà in cassaforte. L’assedio Roma è confuso e isterico, e se Balzaretti sfiora il 2-1 c’è anche Icardi che va vicino all’1-2. Totti non ha torto quando reclama per quella maglia quasi strappatagli da Munari e per lo scarso recupero (due minuti) concesso dal non brillante Mazzoleni. Ma oggi a Roma nessuno parlerà di furto arbitrale, credeteci. Di crisi alle porte, piuttosto. E di enigma Zeman.
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