(M. Calabresi) – Pablo Daniel Osvaldo aveva talmente tanta voglia di giocare Roma-Sampdoria da vederla accanto alla panchina. Era sereno, uscendo dall’Olimpico subito dietro Francesco Totti, ma a vedere tanto spreco nel primo tempo avrebbe voluto mettersi gli scarpini. Tra squalifica e infortunio, con la Roma non gioca una partita dal 2 settembre, ma la media delle prime due (e soprattutto la qualità) è altissima: 180 minuti, due gol, più due in Bulgaria con la Nazionale.
Rieccolo Fine dell’attesa: domani a Torino tocca a lui. «È una partita molto sentita e la gente ci tiene tanto a vincere — dice a Sky —. Queste cose la gente te le trasmette e arrivi a viverla come un tifoso. Della Juve mi piace molto Quagliarella, ma in generale siamo due grandissime squadre, quelle che giocano meglio». Concetto opinabile, viste le ultime prestazioni, ma Osvaldo si definisce «un sognatore» e allora è giusto dargli credito: «Abbiamo una squadra per fare un grande campionato, non so se per vincerlo. E se stiamo bene possiamo vincere anche a Torino».
Amuleto Proprio a Torino, nel 2008, una sua rovesciata — diventata marchio di fabbrica dell’italoargentino — regalò la Champions alla Fiorentina. Un regalo lo farebbe volentieri anche a Zeman: «Le sue idee di gioco sono fondamentali, soprattutto per gli attaccanti. Lo conosco da tanti anni, ma ora me lo godo di più perché conoscevo già i suoi movimenti e non mi sono dovuto adattare. E giocare con Totti rende le cose semplici». A dire il vero, Osvaldo di gol a Torino ne fece anche un altro, sempre nel 2008: con quello, la Fiorentina tornò a vincere in casa della Juventus dopo 20 anni. A proposito di tabù da sfatare…