(M. Nerozzi) – Mirko Vucinic, tre gol insette partite giocate, la stagione scorsa gliene servirono 14: èdiventato più bravo?
«L’importante è che vinca la squadra, se poi faccio gol io o lo fa un altro non è una cosa fondamentale».
Con la Fiorentina avete fatto fatica: siete stanchi?
«Fai tante partite in pochi giorni, e allora è normale che un po’ di stanchezza ci sia. Ma siamo andati a giocare su un campo difficile come Firenze: e siamo usciti con un punto. Imbattuti».
A Pechino, nella Supercoppa, e a Genova è entrato e l’ha vinta:dunque?
«Dunque niente, perché noi non dipendiamo da un solo giocatore».
Sicuro?
«Sicuro, sicurissimo: perché è difficile che uno solo cambi la squadra e la partita. Anzi, ce ne sono tre al mondo che possono farlo: Messi, Cristiano Ronaldo e Ibrahimovic».
Non si sente insostituibile? (sorriso).
«No, no. Sono disponibile, non insostituibile. Ecco, l’ho incartata bene?».
Quando Conte la lascia fuori per il turnover che cosa le dice?
«Lui è l’allenatore e lui decide ».
«Pirlo era arrabbiato per la sostituzione», ha spiegato Carrera a Firenze: a lei capitamai?
«Ma è normale, anche per me. Se uno non si arrabbiasse, vorrebbe dire che non avrebbe piacere di stare qui, e giocare».
Dopo il Genoa, Carrera disse che lei «deve dimostrare di meritarsi il posto»: cos’era successo?
«Nulla, quella settimana stavo in Nazionale. E avevo anche un po’ male all’anca».
La Roma è più forte dell’anno scorso?
«Non lo so. Ha avuto sfortuna con il Bologna, e anche l’altra sera con la Samp». E voi siete più forti? «Sono arrivati due, tre giocatori di grande livello, però l’anno scorso abbiamo vinto lo scudetto, e in questa stagione dobbiamo rifare di tutto per vincere di nuovo il campionato. Vediamo alla fine».
Con i 15 milioni della sua vendita, la Roma ha preso Osvaldo: chi ci ha guadagnato?
«Boh, io con i numeri non sono molto bravo».
In che cosa è bravo?
«Con la palla».
Osvaldo spera che loro siano migliori in attacco,perché lì si vincono le partite: lei che ne dice?
«Che secondo me le partite si vincono a centrocampo, perché è quello che supporta l’attacco ».
È ancora il vostro pezzo migliore?
«E fondamentale, come poi in tutte le squadre ».
Pirlo le sembra in crisi?
«A me sembra il Pirlo di sempre. E in allenamento è sempre il primo».
Non è in debito di ossigeno?
«Ha tanti di quei soldi che avere debiti per lui è impossibile (sorriso)».
A Roma ha più ricordi o rimpianti?
«Ho dei bellissimi ricordi, e il rimpianto, grande, di non aver vinto lo scudetto».
Perché è così difficile vincere a Roma?
«Per l’ambiente, che è molto complicato: c’è tanta pressione ».
Più che alla Juve?
«Sicuramente».
Aver vinto il titolo qui è stata una rivincita?
«Sì. Arrivare alla Juve e vincere al primo anno è stata una cosa bellissima».
Perché se ne andò da Roma?
«Erano successe parecchie cose che non mi avevano più fatto stare bene».
Il più pericoloso della Roma?
«Totti».
Amico o avversario?
«Tutti e due. E gli faccio gli auguri per il compleanno».
Ha detto che Zeman è la manna per tutti attaccanti: e Conte?
«Uno che cerca di migliorarti, da tutti i punti di vista».
AllA fine degli allenamenti di Zeman eravamo morti, ha raccontato ancora: dopo quelli Conte?
«Eh, sono due begli allenatori, anche da quel punto di vista. È una bella lotta su chi ti fa lavorare di più».
Ma lei non era uno scansafatiche?
«Con Zeman mi sono trovato bene, con il mister (Conte, ndr) bene. Loro vedevano, e vedono, se mi alleno o no».
Si dice che Zeman non sia un vincente: etichetta sbagliata?
«Secondo me ogni persona vorrebbe vincere, ma poi dovrebbe anche essere supportata dalle persone a sua disposizione. Cioè da squadre per vincere ».
Allenatori e giocatori si giudicano dalle vittorie?
«No».
Gli juventini non amano molto Zeman: fosse un tifoso che farebbe sabato?
«Lo fischierei».
Visto che sarà in campo?
«Lo andrò a salutare, perché gli devo tanto, come giocatore ».
Se c’è un rigore chi lo tira?
«Non c’è una lista, ci mettiamo d’accordo. Chi si sente meglio, lo calcia» […]
Chi vince sabato sera?
«C’ho la palla di cristallo? Di certo noi andiamo in campo per vincere, come sempre».