(R. Maida) – Davanti al gate B1 si diverte con un cacciatore di autografi che proprio a lui domanda ingenuamente: «Chi è il portiere della Roma?» . Stekelenburg si gira e indica Svedkauskas, che è in fila al suo fianco per l’imbarco. Poi firma e sorride. Ma il tifoso improvvisato, un omino sulla cinquantina, insiste tentando un dialogo surreale, utile ad alleggerire l’attesa degli illustri passeggeri. «Quando riuscirai ad andare in nazionale?» . Stek stavolta strabuzza gli occhi e in italiano risponde: «Gioco in nazionale!» . […]
SENZA TIMORI – I romanisti di Fiumicino cercano di confortarlo e anzi lo cercano in continuazione per le foto. L’apertura di credito nei suoi confronti, evidentemente, non si è esaurita. Nemmeno Zeman ha intenzione di sostituirlo. Non solo perché Goicoechea è acerbo e perché Lobont ha una milza gonfia per una pallonata altrettanto fastidiosa, ma anche perché conta sul suo equilibrio per proteggere la Roma: «Ho tanta fiducia in Stekelenburg. E’ difficile valutare il suo rendimento in partita, perché è uno dei portieri meno impegnati della serie A… Mercoledì ha sbagliato un intervento alla seconda parata. Succede. Ma il suo comportamento negli allenamenti mi rassicura. Non ho ragioni per cambiare». E di certo non sarà Stekelenburg a chiamarsi fuori. «Sto bene, mi sento pronto – dice, tra un autografo e l’altro – e non ho paura di tornare in campo. Perché dovrei? Nel calcio capita di sbagliare e ho ammesso il mio errore. Ma ora si va avanti, questo è il mio lavoro» .