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(R. Maida) – E’ una storia già vista. Vincono solo i tifosi, quegli ottocento che da laggiù, in uno spicchio piccolo piccolo, fronteggiano senza sosta con i loro cori uno stadio che si gode il trionfo. Com’era il motto? Chi tifa Roma non perde mai. E’ consolante. Ma l’aspetto tecnico della terza gita allo Juventus Stadium – perché sempre di gite si è trattato: undici gol incassati e uno segnato – è imbarazzante. Soltanto cinque mesi fa, la Juve di Conte si accanì contro la squadretta di Luis Enrique. E lì venne da pensare: così non si può. Ma il remake è peggiore rispetto a ogni presagio pessimistico: in quel caso la Roma aveva resistito ventotto minuti prima di prendere tre gol, mentre ieri il tiro a segno è stato completato anche prima. E non può, non deve ingannare il secondo tempo, quando Pirlo ha cominciato ad abbassare il ritmo per gestire le energie in prospettiva Champions. La Roma non è mai esistita e deve ringraziare due traverse e un palo per non essere stata umiliata nel risultato. Zdenek Zeman non si nasconde: «Mi dispiace per i tifosi, so quanto ci tenessero. Ora dobbiamo riconquistarli. La Juventus è stata nettamente superiore, dall’inizio alla fine. Siamo rimasti in balia dell’avversario, non abbiamo creato gioco, non abbiamo vinto un contrasto. Eravamo passivi. Se lasci giocare una squadra così, ti ammazza. Poi quando incassi tre gol in pochi minuti diventa tutto più difficile. Avremmo potuto prendere tante altre reti» .
UTOPIA? – Dopo una partita così, tornano i dubbi: il calcio di Zeman può essere produttivo ad alti livelli o è superato? «Quando vedrò giocare la squadra secondo le mie idee, potrò rispondere. Io do delle indicazioni ma la squadra non riesce a metterle in pratica. Forse mi sto spiegando male. Ma spero che sia questione di tempo. Dobbiamo svegliarci e possiamo, perché il campionato è lungo. Questo gruppo ha dei valori individuali importanti ma non li sa applicare come gruppo. Bisogna imparare le lezioni che vengono da queste brutte sconfitte» .(…).
LA ROSA – In senso assoluto, Zeman non ha perso fiducia nel percorso che ha intrapreso: «Sono contento della scelta che ho fatto. E sono convinto che riusciremo a giocare a modo nostro. I calciatori dell’organico hanno le caratteristiche per il nostro calcio. Basta che tutti facciano il loro lavoro insieme» . L’immagine finale, in panchina di fianco a Totti, vale più di ogni analisi tattica del disastro. Zeman spiega: «Eravamo seduti vicini ma non ci siamo detti niente. L’ho sostituito perché credevo che la partita non fosse più recuperabile. La sua posizione? Con me ha sempre giocato così. Non è quello il problema. Il punto è che i terzini e i centrocampisti non riuscivano a entrare nell’area della Juventus» . De Rossi è fuori forma: «Mi aspetto che i giocatori con la sua qualità ci diano una mano. Deve dare di più. Ma anche gli altri» .
L’AMBIENTE – Chiusura per gli insulti dello stadio: «Lo stadio è bellissimo. Carrera mi ha anche stretto la mano. Dei tifosi non ho sentito niente, forse avevo qualcosa nelle orecchie. Ma immagino che qualche coro ci sia stato…» . E all’ex presidente juventino Cobolli, che lo aveva “accusato” di essere troppo vecchio, risponde così: (…)