(A. Serafini) – Il mea culpa collettivo prende le sembianze di un tiratissimo Daniele De Rossi, provato e ancora frastornato dalla terribile serata dello Juventus Stadium: «Abbiamo fatto una brutta figura di fronte ad un avversario troppo forte. La partita non è praticamente mai iniziata, dovevamo affrontarli meglio». Frecciate su frecciate, che prendono i contorni di un nuovo ridimensionamento: «Volevamo fare un’altra gara, forse ora ci porteremo un peso ulteriore sulle spalle. Non ci sono buoni messaggi dalla gara di stasera. La Roma mi sta deludendo, possiamo fare molto di più. Si fa del male alla piazza se si pensa allo scudetto. Non lottiamo di certo per il titolo, anzi sbaglia chi dice che possiamo ambire allo scudetto». Una sassata per una società, che si è prefissata l’obbiettivo di rientrare nell’Europa che conta: «Possiamo ancora sperare nei primi tre posti e dobbiamo tornare in Europa. Non si può pensare di arrivare almeno sesti. Non penso che le altre stiano tanto meglio». E prima c’è la possibilità di rimboccarsi le maniche, meglio è: «La Juventus ha un organico più forte e una compattezza che noi non abbiamo. Dobbiamo trovare la stessa aggressività. La vittoria con l’Inter è stata forse dettata dal loro momento difficile, se non ricominciamo a fare punti diventa dura».
Analisi ancor più lucida quella di Alessandro Florenzi, uno dei pochi che non ha bisogno di abbassare lo sguardo davanti a microfoni e telecamere: «Però il verdetto del campo parla chiaro. Siamo molto amareggiati: nel secondo tempo abbiamo provato a tirar fuori lo spirito di rivalsa, ma abbiamo messo in pratica soltanto il 10% di quello che vuole il mister. Pensandoci credo che sia un problema più tecnico che psicologico». Nonostante la forza dell’avversario, è inutile tirar fuori alibi e giustificazioni: «Era una partita sicuramente difficile, sapevamo che la Juventus è la squadra da battere in questo campionato. Non siamo riusciti a fare quello che volevamo nel primo tempo, quando abbiamo preso tre gol in mezz’ora. Non me ne capacito». Ora ci sarà tempo per pensare e trovare le giuste contromisure di un momento buio, che sembra ricalcare i tratti della passata stagione:«L’unico modo è lavorare, a Roma si riparte così. Adesso anche l’Olimpico è diventato un tabù da sfatare e credo che i nostri tifosi siano più amareggiati di noi in questo momento»