(G.D’Ubaldo) La maturità può essere raggiunta in varie fasi della vita di un uomo. Dipende dalle esperienze, dal contesto sociale, dalle gioie e dai dolori che ci accompagnano durante il percorso. La maturità tecnica è un’altra cosa e si conquista sul campo. La maturità tecnica di un allenatore può essere raggiunta anche a 65 anni. L’età di Zdenek Zeman. Che quest’anno ha avuto la grande occasione della sua carriera: tornare ad allenare in serie A, proprio alla Roma, la squadra alla quale era rimasto più legato per una speciale affinità con i suoi tifosi. Dopo aver lasciato la panchina giallorossa, per fare posto a Fabio Capello, Zeman ha allenato in serie A in Italia solo a Napoli (per 6 partite) e a Lecce, con un bel campionato concluso con la salvezza. In tutto 44 partite negli ultimi tredici anni. In molti si erano dimenticati di lui, infastiditi forse dalle sue battaglie dialettiche.
Il suggestivo ritorno alla Roma ha dato la possibilità al boemo di riproporre il suo calcio nel massimo campionato italiano, dopo i brillanti risultati ottenuti a Pescara, dove aveva dimostrato che le sue idee integraliste sul calcio possono essere modificate, migliorate, perfezionate. Qualche accortezza in più in difesa, senza mai trascurare la sua predilezione per la fase offensiva. C’era quindi il confortante precedente che faceva sperare. Sì, anche l’integralista Zeman può adattarsi alle teorie di un calcio nuovo, che nel corso degli anni si è evoluto. Solo per fare un esempio, molti allenatori nella stagione in corso hanno cambiato filosofia e sono passati alla difesa a tre. Non sarà mai questo il caso di Zeman, ma è una dimostrazione di maturità correggere certi rigorosi concetti tattici, rivedere idee portate avanti per anni.
L’umiliante sconfitta di Torino, l’amarezza per quella incredibile con il Bologna, la delusione per il pareggio con la Samp non hanno scalfito l’apertura di credito che Zeman ha ricevuto dal popolo giallorosso, che prova per lui un affetto sincero, non manifestato nei confronti di allenatori che hanno ottenuto risultati migliori di quelli del boemo. Gli anni passano per tutti e oggi Zeman non è più quello di tredici anni fa. Conduce sempre le sue battaglie, ma spesso le sue dichiarazioni sono convenzionali. (…)