(A.Pugliese) Nel giorno delle esclusioni eccellenti, c’è chi riesce a mettere una seria ipoteca sul prosieguo della stagione. Non tanto per il gol (anche fortunoso, nello sviluppo della sua dinamica), quanto per una prova di qualità e grandissimo sacrificio. Corsa, ripiegamenti difensivi, dribbling, superiorità numeriche e tanti spunti in velocità. Quello visto ieri è uno dei miglioriLamela ammirati in maglia giallorossa e, probabilmente, a dargli la spinta decisiva non sono state solo le parole di Zeman di sabato («Da lui mi aspettavo di più, ha un problema con la porta avversaria»), ma anche quelle esclusioni eccellenti lì. In particolare, quella di Osvaldo, uno con cui si contende un posto in attacco. Venire scelto a dispetto di un rendimento per ora deludente deve aver dato una bella scossa psicologica ad Erik, che ieri ci ha messo tutto il cuore ed anima.
E ora lavorare «Vamos Roma que nos prendemos de nuevo… A seguir trabajando!!!», è stato il tweet di Erik a fine partita. «Andiamo Roma, che ci rialziamo di nuovo. E continuiamo a lavorare!!!». È la mentalità giusta, quella che vuole Zeman dai suoi uomini. E sulla magia di Totti, Lamela ieri è riuscito anche a segnare la sua seconda rete stagionale (dopo il provvisorio 2-0 con il Bologna). «È stata una giocata di squadra, ed un gol importante — ha detto nell’intervallo del match l’attaccante argentino — La dinamica? Facile, mi sono trovato davanti alla porta e per fortuna ho segnato». Già, per fortuna, perché fino a quel momento l’Atalanta aveva praticamente dominato e solo per miracolo la Roma si era ritrovata ancora sullo 0-0.
Equilibrio Ma perché Erik, all’improvviso, è diventato così importante? Perché degli attaccanti a disposizione di Zeman è l’unico che può garantire equilibrio in fase di non possesso palla. «A Torino gli attaccanti non hanno mai aiutato la squadra in fase difensiva», aveva detto il boemo alla vigilia di Roma-Atalanta. E ieri, infatti, spesso si è visto Erik ripiegare (e molto) quando la squadra si stava difendendo, a volte andando a giocare anche più basso di Michael Bradley (l’interno di centrocampo che giocava dalla sua parte). Come ha detto anche a fine partita Zeman, Lamela ha fiato e polmoni per correre senza sosta. Il boemo si aspetta che faccia proprio questo, per regalare equilibrio alla squadra. E se poi, in fase offensiva, sbaglierà qualche gol, pazienza. Siamo convinti che Zeman glielo perdonerà e si farà una ragione su quel «mal di gol». Intanto, da ieri ha un Lamela tutto nuovo. E anche molto bello.