(F. Balzani) – «Stai con Zeman o con De Rossi?». Più che l’entusiasmo per la prima vittoria all’Olimpico ieri a Roma è andata in scena l’ennesima spaccatura tra i tifosi. Colpa della decisione da parte del tecnico di escludere il centrocampista che, prima a Torino e poi a Trigoria la scorsa settimana, aveva avuto da ridire sui metodi di lavoro del boemo.«Con la doppia seduta rischiamo solo di farci male», la rimostranza di De Rossi. La risposta di Zeman? Per lui e gli altri un allenamento da marines, con tanto di addominali e gradoni, per poi restare in panchina domenica scorsa («Poco impegno, pensa ai fatti suoi», la pesante accusa del tecnico).
Un crac fragoroso tra l’allenatore e il giocatore più pagato della storia della Roma, che affonda le radici a inizio stagione. «Speravo venisse Montella», aveva dichiarato De Rossi nella conferenza stampa in cui annunciava che non sarebbe andato al Manchester City. Una frecciata al tecnico il quale, a quanto pare, non si sarebbe affatto strappato i capelli in caso di cessione del giocatore. E ora proprio da Manchester tornano a farsi forti le voci di un nuovo assalto di Mancini che stavolta potrebbe trovare maggiore ascolto da parte di De Rossi.
Anche la società, infatti, ha preso le parti del tecnico martedì scorso a Trigoria dandogli carta bianca su tutto e non intervenendo sulla questione.Non è la prima volta d’altronde che De Rossi si scontra con un allenatore: prima di Zeman era stato il turno di Spalletti, poi l’esclusione punitiva di Luis Enrique (ma tra i due c’era comunque grande stima reciproca). Meno spinoso il caso Osvaldo. L’attaccante, uscito furibondo dall’Olimpico ma più rilassato qualche ora dopo in un noto locale notturno della Capitale, si fida di Zeman.