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IL ROMANISTA «La Roma è sempre più grande»

James Pallotta

(C.Zucchelli) – Sponsor per il nuovo stadio, strategie di marketing, incontri con club internazionali, incontri con i manager diDisney per studiare, dopo il ritiro in Florida a Capodanno, altre sinergie. È stata una giornata ricca di appuntamenti quella di ieri per i rappresentanti della Roma presenti a  Leaders in Football, il forum sul calcio che per il secondo anno di fila ha visto la partecipazione della società giallorossa, rappresentante italiana insieme a Juventus, Milan e Lazio. Tra i club internazionali presenti, oltre al Chelsea padrone di casa, anche Valencia e Barcellona, i cui manager hanno avuto modo di parlare a lungo con quelli giallorossi. Un anno fa per la Roma c’era Di Benedetto, quest’anno, con Pallotta che è dovuto tornare a Boston, a Stamford Bridge, lo stadio del Chelsea, ci sono Pannes (che oggi volerà negli States), Barror (uno degli uomini di fiducia di Pallotta) e il capo del marketing, Winterling«Questo convegno– le parole di quest’ultimo – è una grandissima opportunità per la Roma che può così portare ancora una volta il suo brand in un contesto internazionale. La Roma – ha aggiunto – sta lavorando per essere sempre più globale. Dopo gli accordi con Disney e Volkswagen ci stiamo proiettando su un mercato sempre più ampio, quello che un marchio come la Roma e Roma meritano».

Argomento principale del forum, almeno per quanto riguarda la società giallorossa, è stato lo stadio. Per la proprietà americana la grandezza della squadra passa da questo tassello. Il Chelsea è un esempio: proprio a Stamford Bridge, piccolo gioiello incastonato in un quartiere residenziale di Londra, hanno fatto dell’impianto di proprietà e del merchandising la prima pietra di un successo che, insieme ai soldi del patron Abramovich, ha portato alla conquista di titoli nazionali e internazionali. I tifosi hanno capito da tempo questa logica e basti pensare che, sulle etichette dei prodotti ufficiali del club, c’è scritto«I soldi che state spendendo servono a rendere grande il club». Un modo per ribadire ancora di più il legame tra supporter e squadra e per combattere il fenomeno della contraffazione, comunque molto meno diffuso rispetto all’Italia.  Non sarà però lo stadio dei campioni d’Europa il modello a cui si ispirerà la Roma, quanto piuttosto un impianto che si trova qualche chilometro più in là e cioè l’Emirates Stadium, la casa dell’Arsenal, 60.432 posti tutti a sedere. Non a caso, Pallotta al Sole 24ore un paio di giorni fa ha detto:«Vogliamo uno stadio da 60mila posti». A progettarlo l’architetto Dan Meis, che da mesi, insieme a Barror, è al lavoro proprio per questo. Dal 2010 lavora per l’agenzia Populous, la stessa che ha realizzato proprio l’Emirates Stadium dell’Arsenal, lo stadio di football di Los Angeles, il Miller Park di Milwaukee e la Saitama Super Arena in Giappone.  Un impianto, quello dei Gunners, che ha una visuale ottima da ogni angolazione e che, anche se certamente meno romantico del vecchio e indimenticabile Highbury, ospita all’interno un museo, un megastore a tre piani, ristoranti, sale per convegni e qualsiasi altro tipo di attività collegata all’Arsenal e anche alla nazionale brasiliana, che l’ha scelto come casa per la maggior parte delle amichevoli che disputa in Europa.  Scelto il modello, adesso l’attenzione maggiore si sposta sull’area dove verrà costruito lo stadio della Roma. Tre le aree rimasta in lizza anche se sembra che alla fine sarà sfida a due tra Tor Di Valle e Ostiense, nella zona del Gazometro. Uno stadio nel cuore di Roma è il pensiero della Roma, anche se Pallotta non si sbilancia: «A seconda della scelta – ha detto –l’investimento potrebbe anche superare i 200 milioni di euro»


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