(A.Pugliese) – Il countdown è cominciato, a Genoa-Roma mancano «solo» 11 giorni. Un’infinità per l’attesa di una partita di pallone, praticamente niente per chi aspetta questo momento da cento giorni esatti. Tanti, infatti, sono passati da quel 5 luglio, primo giorno di lavoro a Riscone di Brunico. Tanti quanti sono i giorni da cui ci si chiede e ci si interroga su Dodò, annunciato come un «crac» e costretto dall’inizio dell’avventura giallorossa ai box per il recupero dell’infortunio subito in Brasile il 16 novembre 2011 (rottura del legamento crociato anteriore nella sfida tra Bahia ed Internacional). A cento giorni dal via del ritiro e quasi un anno dopo quel maledetto infortunio, Dodò sembra finalmente pronto al grande lancio.
Ottimismo Dopo le amarezze dei mesi scorsi («Dodò? Lasciamo stare, è meglio», aveva detto tempo fa Zeman), nel prepartita di Roma-Atalanta il tecnico boemo ha fatto trasparire tutto l’ottimismo del caso. «Spero di avere il brasiliano a disposizione già per la prossima partita, dopo la sosta». Ottimismo segnato dallo stato di salute dell’esterno sinistro, che prima dell’Atalanta (a partire da giovedì scorso, esattamente), per la prima volta dall’inizio della stagione aveva svolto per intero alcune sedute di allenamento con il gruppo. E la stessa cosa è successa anche ieri (in gruppo è rientrato anche Lobont, a Trigoria mancavano i 14 nazionali), cosa che dà continuità alle prestazioni precedenti e carica di fiducia il giovane brasiliano.
Soluzioni Dodò è atteso un po’ come una mano santa, perché di lui ci sono ottime referenze sia dal Brasile, sia da dentro Trigoria. Il d.s. Walter Sabatini, ad esempio, si è sempre esposto in prima persona, fin dai tempi del ritiro estivo, quando il giorno della presentazione disse: «Di solito non faccio iperboli per i giocatori, ma nel caso di Dodò sono costretto a fare un’eccezione: è un calciatore straordinario, ha grande tecnica, corsa, sarà un orgoglio per i tifosi. Qualche giorno di pazienza e lavorerà con gli altri». Quel «qualche giorno di pazienza», purtroppo per la Roma, si è allungato oltremisura per i carichi di lavoro a cui è stato sottoposto il giocatore (insieme al resto del gruppo) e per l’inadeguato programma di recupero seguito in Brasile subito dopo l’infortunio. Con Dodò a disposizione, però, Zeman sembra andare verso la soluzione definitiva sugli esterni di difesa: il brasiliano a sinistra, Balzaretti «ribaltato» a destra, proprio come succede nella Nazionale di Cesare Prandelli. Ecco anche perché Dodò è atteso come una mano santa. Considerando Piris e Taddei, francamente è tutta un’altra cosa.