(F. Bovaio) – Girano tante voci sul nuovo stadio della Roma e tutti sono ovviamente molto curiosi di sapere dove sorgerà.I nomi sono i soliti. Ma in questa sede ci piace di più soffermarci sull’ipotesi avanzata da più parti che il nuovo stadio della Roma si ispirerà nella sua costruzione all’Emirates Stadium dell’Arsenal. Un’idea che, se fosse vera, sposterebbe indietro di ottantacinque anni la lancetta del tempo giallorosso, visto che già nel 1928 l’allora ancora neonata società capitolina prese a modello l’impianto sportivo della squadra londinese per edificare il suo.
Ci riferiamo, ovviamente, a Campo Testaccio[…]Ad ispirarlo, infatti, furono proprio gli stadi inglesi e in particolar modo quello che di tutti loro era il più famoso: Highbury, il vecchio e mai troppo rimpianto tempio dell’Arsenal. Quello che Nick Hornby ha reso famoso nel suo celebre libro “Febbre a 90°” e che è stato smantellato nel 2006per consentire ai biancorossi londinesi di trasferirsi nel nuovo “Emirates Stadium”. Del vecchio Highbury vennero mantenute in piedi solo le parti in muratura più antiche, inglobate nelle strutture dei nuovi condomini che sorsero sulle sue ceneri.[…]
La gente dell’Arsenal portava la sua passione con calore e semplicità e si trovava come nel salotto di casa. Una sensazione che per i romanisti ci piacerebbe rimanesse intatta anche nel loro nuovo stadio, quando mai sarà costruito, perché il calcio è fatto di questa. Se ad esso togli il gusto di vivere un’emozione vera e profonda, di gridare e cantare i propri cori e sventolare i bandieroni, dopo che gli hai tolto i tamburi e i fumogeni, finisci con l’ucciderlo. Il calcio è fatto di emozioni vere, talvolta eccessive, certo, ma per questo profondamente sentite dai tifosi, che sbagliano solo quando le trasformano in violenza cieca e stupida, che rovina i loro stessi sentimenti e la bellezza di questo sport.
Di passione ce n’era tanta a Campo Testaccio, con le sue tribune di legno attaccate al terreno da gioco dipinte di giallorosso e quel battere incessante dei piedi con cui i tifosi le facevano risuonare ritmicamente per incutere ancora più soggezione agli avversari. Basti dire che in 161 partite di campionato disputate dalla Roma nel suo stadio vi furono 103 vittorie dei giallorossi, 32 pareggi e appena 26 sconfitte, con 337 gol segnati dai padroni di casa e solo 111 subiti. Se allarghiamo il discorso anche alle altre gare lì disputate questi numeri diventano ancora più impressionanti: in 214 partite totali giocate a Testaccio, infatti, la Roma collezionò 150 vittorie, 34 pareggi e solo 30 sconfitte, con 562 gol segnati e 178 subiti. La casa della squadra era, dunque, una vera tana dei lupi, dalla quale difficilmente gli avversari uscivano senza averci rimesso le penne. Lo stesso discorso può essere fatto per il vecchio Highbury dell’Arsenal che lo ispirò, visto che sul quel campo, dove i “Gunners” giocarono dal 1913 al 7 maggio 1926 (giorno dell’ultima partita lì disputata, Arsenal-Wigan 4-2) hanno vinto tutti i loro trofei, mentre nell’Emirates sono ancora a secco. […]