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IL ROMANISTA “Lavoriamo per lo scudetto”

Marquinhos e Marchisio

(D. Giannini) – «L’obiettivo della Roma è guardare lontano e lavorare insieme per vincere lo scudetto». Parola di Marcos Aoas Correa, conosciuto come Marquinhos, sulla maglia semplicemente Marcos. Quella stessa maglia che i tifosi della Roma hanno visto muoversi con sorprendente naturalezza sul campo dell’Olimpico nel match contro l’Atalanta. La partita dell’esordio dal primo minuto per il giovane difensore brasiliano. Un grande esordio. Passato quasi inosservato a causa di tutto ciò che ha circondato quella sfida. Il prima, con le esclusioni eccellenti di Burdisso, De Rossi e Osvaldo. Il durante, con una prima mezzora terribile per tutta la squadra. Il dopo, con le dichiarazioni di Zeman in conferenza stampa di cui si parla ancora oggi. Ma tutto questo non toglie che Marcos abbia mostrato qualità enormi. Tecniche, ma non solo. Anche dal punto di vista caratteriale. Una sicurezza che raramente si vede in un ragazzo di 18 anni, preso dal suo mondo e catapultato in una realtà tutta nuova. Un calcio diverso, uno stadio infuocato, un prologo con il maestro Aldair a sfilare sotto la curva Sud con tutte le stelle della Hall of Fame. Gli ingredienti per “ciccare” la prima vera da romanista c’erano tutte.

Il boemo ha speso belle parole per Nico («Ne vorrei 20 come lui») e anche Marcos ha spiegato l’importanza dell’argentino nello spogliatoio: «E’ bravissimo, credo che sia un gran professionista – ha detto nel corso di un’intervista a Sky -. Mi ha aiutato tantissimo, parla con me tutti i giorni e prima delle partite». I consigli di Burdisso, dunque. Ma anche quelli del connazionale e più esperto Castan («Ho giocato 3-4 partite con lui in Brasile»), ma anche e soprattutto le indicazioni di Zeman: «Gli piacciono i giovani, io sto molto bene. Chi mi ha colpito a me dei giovani? Florenzi, Destro, Romagnoli, tutti giocatori che giocano con me. Io e Romagnoli coppia del futuro? Stiamo lavorando per questo». Il contratto che lo ha legato alla Roma dice che il prestito si trasformerà in cessione a titolo definitivo al raggiungimento della ottava presenza in gare ufficiali della prima squadra, disputate per un minimo di 45 minuti ciascuna. Quella contro l’Atalanta era la terza, la seconda oltre i 45minuti. Per ora Marcos si sta godendo il momento: «Meraviglioso, a 18 anni sono arrivato a Roma, due mesi e ho esordito, sensazionale». Ma al tempo stesso non si fa spaventare dalla responsabilità che ora arriveranno: «Sorpreso dall’esordio? Mi sto allenando, sto lavorando forte, sceglie il mister». Così come ha scelto su De Rossi e Osvaldo.Marquinhos liquida la faccenda con poche parole: «E’ il lavoro del mister, ha pensato che doveva metterli in panchina, va bene così».

 

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