(A. Santoni) – Cosa vale di più: l’immagine di quel grido liberatorio e strozzato, dopo il suo dodicesimo gol azzurro? O l’abbraccio naturale adOsvaldo, suo compagno di rovesciate e rovesci, dopo la sua nuova prodezza italana, propiziata da un suo assist? O il sorriso pacificato con cui ieri pomeriggio attraversava Coverciano?
Non c’è dubbio, la terza che hai detto, come si dice. Perchè Daniele De Rossi merita di stare bene, per la persona che è per il calciatore che è. Qui la questione, dopo Erevan, non è chi deve dire grazie a chi:paradossalmente, ma non troppo, si potrebbe anche sostenere che l’esclusione imposta da Zeman domenica a Daniele e a Osvaldo ha portato alla reazione desiderata… Solo che quella, giusta o sbagliata la si consideri, ha rischiato di essere una decisione spaccatutto […]. De Rossi e Osvaldo hanno avuto modo di dimostrare se stessi in campo “neutro”, per cosi dire. Lo hanno fatto coi fatti, a parole e con il silenzio. Ora anche con un sorriso.