(M.De Cesare) «Cerco sempre di essere preparato, studio, la tattica non basta per fare bene, per questo mi tengo informato anche sulla psicologia; gestire uno spogliatoio è un lavoro complesso, bisogna sforzarsi di capire gli atleti e imparare a comunicare. Mourinho in questa arte è un esempio…». Parole di Vincenzo Montella (ma anche di Walter Mazzarri e non solo), per il quale non conta solo fare mille gradoni e cento ripetute: dietro al giocatore c’è l’uomo, con la sua complessità, le sue debolezze. Ecco che torna attuale il discorso Zeman. Si dice: Zeman lo conosciamo, va preso per quello che è. Non siamo d’accordo: le accuse recenti a De Rossi e Osvaldo meritavano un luogo diverso di una conferenza stampa. Se i due non sono in forma è giusto che vadano in panchina. Ma Zeman poteva evitare di accusarli pubblicamente di farsi gli affari propri, poteva parlarne in privato. Nessuno ci assicura che lo abbia fatto. Ma questo è Zeman, può piacere o no, se fai come dice lui va bene, altrimenti sei scaricato. Zeman non gradisce parlare troppo, è risaputo. Montella, che con Roma, Catania e oggi Fiorentina, ha fatto e sta facendo molto bene, ha scelto come esempio Mourinho, uno che nel calcio ha vinto tutto, uno che protegge il proprio spogliatoio, fa da parafulmine e attacca gli altri. Montella è giovane, ma già maturo.Unisce il lavoro tecnico-tattico a quello psicologico, alla comunicazione. Pensate che la Roma abbia sbagliato a non riportarlo sulla panchina giallorossa?