“Daniele De Rossi, per come lo conosco io, non è un regista e credo che, per il bene di tutti, dovrebbe chiarirsi con mister Zeman”. Queste le parole di David Pizarro, ex centrocampista giallorosso accasatosi in questa stagione alla Fiorentinadurante la trasmissione 1927.
“Quando giocavamo insieme nel centrocampo a due – spiega Pizarro – ci siamo divertiti moltissimo con Daniele. Probabilmente, in questa fase della sua carriera, è anche lui a voler arretrare la propria posizione davanti alla difesa ma io sono uno che crede nei rapporti sinceri: è un bene per tutti che si chiarisca con mister Zeman. Non come fu per me e Claudio Ranieri”.
Un chiarimento anche sulla fine della sua esperienza in giallorosso: “Sei anni a Roma non si dimenticano ma devo dire, con estrema sincerità, che il mio addio alla maglia giallorossa è arrivato per una scelta della società. L’ho capito subito che, nonostante avessi fatto un gran ritiro, non ero più nei piani di questa nuova gestione. Già da quando arrivò Luis Enrique, la situazione era chiara”.
Sul rapporto col tecnico asturiano: “Non so perché non abbia trovato spazio nel suo scacchiere. Io mi sono sempre messo a disposizione dell’allenatore ma probabilmente lui non mi vedeva in quel ruolo o semplicemente non è scattato il giusto feeling”.
Ottimo rapporto invece, quello con Luciano Spalletti, il suo preferito tra i tecnici avuti in carriera: “Con mister Luciano ci amiamo a vicenda. Con lui ho avuto sempre uno splendido rapporto e devo dire che Montella gli somiglia molto. Io allo Zenit col tecnico di Certaldo? Mi ha portato per sei anni a Udine e faceva già abbastanza freddo”.
Oltre all’esperienza con Spalletti, i due anni di Ranieri hanno segnato in Pizarro i picchi più alti della carriera, tanto in positivo quanto in negativo: “Il ricordo più bello che mi porterò dietro è la grande rimonta sull’Inter della prima stagione di Ranieri. Il più brutto è quel Roma-Samp che ci costò probabilmente lo scudetto”.
David Pizarro ricorda anche le polemiche seguite alla sua esclusione negli ultimi mesi dell’era Ranieri: “Sono state dette tante cose. Per esempio, che io non mi sarei comportato da professionista. Mi hanno fatto male anche alcune dichiarazioni dell’allenatore”.
Sulla nuova avventura a Firenze: “E’ una piazza importante e ambiziosa ma bisogna volare bassi. Montella ci ha chiesto di credere in questo progetto. Non so se potremo lottare per arrivare terzi. Magari da marzo in poi potrò essere più consapevole dei nostri mezzi ma spero di battermela con la Roma, che guardo da lontano ma tifo sempre. Io come Pirlo? Probabilmente siamo come il vino: più invecchiamo più si alza la nostra qualità ma sinceramente, e lo dico senza presunzione, nel campionato italiano non ho più nulla da dimostrare”.
Chiusura sulla sua Nazionale e una promessa: “Non tornerò in Nazionale. Dovessi segnare contro la Roma? Non potrei mai esultare”.
Fonte: Radio Manà Manà