(F.Oddi) Alla Roma si giocano un posto, in Nazionale pure, ma Elio Capradossi e Arturo Calabresi, compagni e amici da poco più di un anno, ancora non hanno cominciato a sfottersi. «La viviamo molto tranquillamente», rispondono in coro a La Borghesiana, che oggi lasceranno per volare in Ungheria, per le qualificazioni all’Europeo Under 17. Il primo ad arrivare nel giro azzurro, un anno fa, è stato Elio Capradossi, elegante difensore centrale con sangue congolese, somiglianza anche somatica con Juan («Era il mio modello, ma ho perso il conto delle persone che hanno detto che gli somiglio: qualche centinaio»). […]
Rivelazione stagionale Anche perché nel frattempo Calabresi jr (il padre è l’inviato di punta de Le Iene) si è imposto in Primavera: titolare sotto età, rendimento sempre elevato, anche nella Supercoppa con l’Inter («Che giocatore Livaja: non è stato facile marcarlo»). Mentre il coetaneo Elio (sei giorni di differenza tra i due: 11 e 17 marzo 1996) che lo terrà in panchina in Nazionale, in Primavera non è ancora arrivato. «No, con De Rossi non ho mai lavorato — spiega Capradossi —, mentre ho avuto per qualche mese Montella: grandissimo allenatore, grande capacità di gestire il gruppo. Ogni tanto faceva qualche partitella con noi: si vedeva che era un grande giocatore, ma si metteva più che altro in mezzo al campo, non capitava spesso di marcarlo».[…]