(G. D’Ubaldo) – La nazionale restituisce alla Roma un De Rossi rigenerato. dopo essersi riposato con l’Atalanta, nell’ultima partita di campionato prima della sosta, il centrocampista ha fornito due grandi prestazioni in azzurro, realizzando due reti che hanno un grande valore in chiave mondiale. La sua esultanza dopo il gol di ieri sera, un atteggiamento affettuoso verso la compagna in tribuna, può essere anche interpretato come un gesto di gratitudine verso la panchina, verso Prandelli, verso chi lo stima. In azzurro ha ritrovato il sorriso che aveva perso tra le inquietitudini di Trigoria. Siamo di fronte a una frattura che divide anche i tifosi giallorossi. Zeman rischia l’autolesionismo se continua ad escludere un centrocampista del valore di De Rossi per una questione personale.
La Roma non può fare a meno di un giocatore sul quale la proprietà americana pochi mesi fa ha puntato fortemente, facendogli firmare il contratto più importante della storia della società. Zeman è sempre stato un allenatore aziendalista. Anche al momento di firmare il contratto con la Roma, per la prima volta nella sua carriera di durata biennale, ha sottoscritto i programmi e gli obiettivi del club. Se è davvero aziendalista, Zeman faccia di tutto per inserire De Rossi nei suoi schemi. E De Rossi, se è legato alla Roma come ha sempre detto, vada incontro alle esigenze dell’allenatore, sia nei comportamenti che nella posizione in campo. Un grande campione come lui può adattarsi a più ruoli e lo dimostra il fatto che le migliori prestazioni degli ultimi anni sono quelle in maglia azzurra, giocando da intermedio. Contro l’Armenia e la Danimarca ha confermato ha confermato le sue grandi capacità realizzative, che negli ultimi tempo nella Roma si sono inaridite. Riportare De Rossi a rendere al massimo è un dovere, lasciarlo fuori e creare i presupposti per una cessione sarebbe un delitto.