(R.Maida) – Cambia sempre. Cambia troppo, magari: ventinove giocatori utilizzati nelle prime dodici partite, tra serie A e preliminare di Europa League, sono un primato nazionale.
Ma Luis Enrique non è l’unico allenatore del campionato ad aver schierato una formazione ogni volta diversa. Anzi, il confronto con le altre squadre svela due verità: 1) il turnover è molto usuale, soprattutto quando le rose sono ampie e gli impegni si accavallano; 2) confermare una formazione non è sinonimo di risultato positivo. La performance dipende da altri fattori.
IL DATO – Otto squadre di serie A su venti, Roma inclusa, non hanno mai presentato in partenza gli stessi undici giocatori nelle prime dieci partite. Si tratta del 40% del totale. Tra queste c’è il Milan campione d’Italia, che ha 20 punti in classifica e viene da cinque vittorie consecutive. Le altre “imprevedibili” sono Inter, Palermo, Cesena, Chievo, Fiorentina e Bologna. Risultati e classifiche molto differenti tra loro, a testimonianza che non esiste una ricetta garantita per vincere. La stessa Lazio, che è in cima, ha cambiato nove volte su nove prima di ripetere nelle ultime due giornate la stessa formazione (e stentare con il Parma all’Olimpico). Anche la celebrata Udinese di Guidolin, l’altra capolista, ha fatto registrare una sola replica, come la Juventus di Conte che si è sbizzarrito in nove cambi. Va però precisato che alcune squadre, ad esempio Juve e Inter, hanno giocato una partita in meno.
ESONERO -Conservazione o rivoluzione, vale tutto. Il capo insiste, sperimenta, e si assume le responsabilità di quello che decide. E pure le conseguenze possono essere diverse a seconda del presidente e delle aspettative. Basti pensare al Cagliari di Ficcadenti, appena esonerato da Cellino. E’ la squadra che ha cambiato di meno, nella prima fase del campionato, clonando la formazione cinque volte su dieci. Ha addirittura sette giocatori (Agostini, Cossu, Biondini, Agazzi, Canini, Nainggolan e Thiago Ribeiro) che hanno sempre cominciato la partita. Eppure la scelta di fiducia non ha salvato il posto all’allenatore.