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CORRIERE DELLO SPORT. Il regista-tifoso: “Per un cucchiaio di Totti svegliai un albergo intero. E quella trasferta…”

Francesco Totti

( R.Maida) – E’ diventato un regista dimenticando di essere troppo romanista. Ma le emozioni prima o poi tornano a bussare: «Ho conosciuto tanti attori ma quando ho dovuto girare uno spot con Totti, per l’emozione balbettavo sul set…».

Alessio Maria Federici, anni 35, oggi debutta nelle sale con Lezioni di Cioccolato 2, il sequel del riuscito film di Claudio Cupellini. E’ il suo esordio da numero uno dopo tante esperienze da aiuto regista, soprattutto con Luca Lucini: «Ho cominciato recitando, nel 1994, ma poi ho preferito giocare con la macchina da presa. Ho fatto una lunga gavetta in giro per il mondo, ora eccomi qua: mi lancio in un’avventura affascinante e rischiosissima».

LA PASSIONE -Il suo è un passato da tifoso serio, inquadrato: abbonato per tanti anni in Curva Sud, capogruppo delle trasferte con gli amici del liceo Mamiani. «La prima con Mazzone, Reggiana-Roma 1-4 – ricorda – con una soddisfazione infinita: feci partire un coro per Aldair nel settore ospiti del vecchio stadio Mirabello. Cantava una curva intera. I miei compagni di viaggio non mi hanno mai riconosciuto quel merito di cui vado orgoglioso. Ma è tutto vero». Negli anni la vita lo ha allontanato dalla Roma. Solo fisicamente però: «Una volta in un albergo di Hong Kong, alle quattro del mattino, stavo guardando Inter-Roma, quella del cucchiaio di Totti. Le mie urla richiamarono l’attenzione, diciamo così. Venne il direttore dell’hotel nella mia stanza e ritirò la scheda del mio televisore. Stavo disturbando il sonno dei clienti».

ATTUALITA’ -Per questo venerdì così speciale, Federici ha un desiderio: «Se un rappresentante della Roma, uno soltanto, venisse al Nuovo Cinema Aquila a vedere il film piangerei come una fontana». Per il futuro, invece, ha un progetto più ambizioso: «Siccome Luca Argentero, uno dei protagonisti del film, lavora con Ilary Blasi, l’ho implorato di organizzare una cena con Totti. Sarei disposto anche a fare il cameriere». La nuova Roma gli piace: «Mi fido di questa idea di calcio. C’è una filosofia del lavoro che mi ricorda i tempi di Zeman. Vedere i nostri giocatori che sgobbano in campo dà soddisfazione. Ora aspetto la firma di De Rossi, che rimarrà un punto fermo della squadra. Certo, devo essere onesto: non siamo partiti bene. A me nel cinema non sarebbe perdonato un approccio zoppicante come quello di Luis Enrique…».

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