G-L1M4S2TMG9
Il Cialis è noto per il trattamento della disfunzione erettile, migliorando il flusso sanguigno e facilitando l'erezione. Questo effetto benefico è apprezzato non solo in ambito medico, ma può anche influenzare positivamente altri aspetti della vita quotidiana. Per esempio, nel contesto sportivo, un miglioramento della circolazione può aiutare a ottimizzare le prestazioni e la resistenza. Il Cialis, quindi, può avere applicazioni sorprendenti al di là del suo uso principale. Per chi cerca un approccio discreto, è possibile acquistare Cialis online senza ricetta con facilità e privacy.

AS ROMA Giuly: “Su Totti mi sono dovuto ricredere”

Ludovic Giuly

Ludovic Giuly, ex attaccante della Roma ora in forza al Monaco ha rilasciato un’intervista dove parla della sua esperienza italiana, soffermandosi sulle capacità balistiche di Francesco Totti, eccone uno stralcio:

Su Spalletti

“Spalletti mi chiamò dicendo che avrebbe voluto portarmi a Roma, io telefonai a Mexes e lui mi disse che sarebbe stato bellissimo e che mi avrebbe aiutato ad inserirmi. Ero felice di andare dove mi desideravano, trovai uno stile di allenamento completamente diverso rispetto alla Spagna, dove usavamo quasi solo il pallone. A Roma facevamo molta palestra, soffrivo la preparazione fisica e dopo ogni allenamento ero davvero stanco. Il mese di agosto fu molto complicato, non ero sicuro di adattarmi al meglio ma per fortuna Mexes mi è stato vicino. Spalletti è un allenatore con molto carattere, quando arrivai a Roma non ne sapevo molto di tattica, lui me l’ha fatta studiare a fondo per tre mesi. All’inizio rimasi scioccato perché tutti facevano la stessa cosa e io mi sentivo quasi incapace di giocare a calcio, mi sembrava di vivere in un videogioco che si ripeteva identico ogni mattina. Poi però durante le partite si notava che il lavoro fatto in settimana aveva un senso, tutti sapevano alla perfezione cosa fare. Spalletti è molto preparato tatticamente, così come Puel, un altro allenatore col quale ho lavorato che vive talmente intensamente il suo lavoro da essere quasi brusco quando si relaziona con un giocatore. Spalletti era troppo diretto, non ti metteva a tuo agio e non accettava che si mettessero in discussione le sue idee, per questo ho avuto qualche problema con lui. In ogni caso abbiamo avuto un buon rapporto, mi ha insegnato tanto e ha fatto grandi cose per la Roma così come sta lavorando molto bene adesso allo Zenit”.

Su Totti e De Rossi

Vedendo De Rossi e Totti ho capito cosa significa essere una bandiera in Italia, dove spesso un giocatore diventa il simbolo di una squadra, come è successo anche a Maldini e Del Piero. E’ stato interessante entrare nel loro mondo e spesso gli chiedevo perché non avessero mai accettato di lasciare la Roma. Sono troppo italiani, amano la loro città, la maglia, la squadra con la quale giocano da sempre e quindi non possono andarsene, per loro sarebbe drammatico. Io avrei voluto fare lo stesso al Monaco, ma De Rossi e Totti sono diversi, la Roma gli scorre nelle vene, iniziavano a parlare del derby quindici giorni prima dicendo che perdere sarebbe stata la fine del mondo. Questi valori oggi nel calcio sono molto rari, senza Totti e De Rossi la Roma non sarebbe la stessa cosa. Totti in fondo è ancora un ragazzino, l’ho frequentato anche fuori dal campo ed è un tipo divertentissimo. Con noi poteva essere se stesso e dimenticare la pressione che viveva ogni giorno, gli faceva bene passare il tempo insieme a noi perché non doveva fare attenzione a tutto quello che diceva o faceva. In uno spogliatoio può sentirsi libero. Come giocatore all’inizio mi sembrava buono ma non eccezionale, poi mi sono reso conto che difficilmente sbaglia una giocata, è sempre al posto giusto e ha una visione di gioco incredibile in rapporto a tutti i gol che ha segnato. Mi impressionava perché nelle partite importanti potevamo sempre contare su di lui, contro la Juve, il Milan era presente. Forse contro squadre più piccole si impegnava un po’ meno, ma è un grande giocatore con qualità straordinarie e un bravissimo ragazzo”.

Sui tifosi giallorossi

I tifosi a Roma sono diversi rispetto a quelli francesi o di Barcellona, quando le cose non vanno sono sempre pronti a farsi sentire. Totti e De Rossi, per esempio, sono prima di tutto due tifosi, uguali a quelli che vanno allo stadio. All’inizio questa situazione mi scioccava, al ristorante sconosciuti si sedevano al mio tavolo per parlare di calcio e io non capivo cosa volessero. Per loro però funziona così: se giochi nella loro squadra si sentono in diritto di venirti a salutare, disturbarti se sei con la tua famiglia o in riunione. Ho imparato ad apprezzare tutto questo, anche se quando i risultati non arrivavano la situazione diventava meno simpatica. Lo spettacolo allo stadio però era fantastico”.

L’intervista integrale andrà in onda su Sky alle 18,00

 

Top