(G. Dell’Artri) – “Sospetti su altre 3 partite di A”. Diceva così il lancio delle agenzie di stampa di mercoledì a proposito della vicendaCalcioscommesse che sta scuotendo il calcio italiano e che vede al lavoro 3 procure tra cui quella di Bari. I tifosi della Roma che hanno letto quei titoli e che hanno visto che nelle 3 partite in questione c’era anche Bari-Roma dello scorso anno, si sono per un attimo spaventati. Solo per un attimo però. Perché poi bastava andare a leggere gli stessi lanci d’agenzia, riportati da giornali e siti internet, per tornare ad essere sereni. Anche più di quanto non lo fossero già tutti quelli che si ricordavano quella partita, finita 3-2 per la Roma con un gol di pancia di Rosi a tempo praticamente scaduto. Un match che dall’andamento non sembrava affatto “addomesticato”, viste le espulsioni di De Rossi e Perrotta e la traversa colpita da Ghezzal prima del gol vittoria. Di quel Bari-Roma parla il factotum del Bari Angelo Iacovelli. Che nel corso di un interrogatorio dice: «Per quanto concerne Bari-Roma, ricordo una serie di telefonate da parte di Bellavista e De Tullio (ristoratore indagato a Bari, ndr) che mi chiesero se io sapessi se sulla partita si potesse scommettere con sicurezza. Bellavista offriva del denaro. Prima della partita vi fu un incontro, presenti io, De Tullio, un suo amico e Masiello, sotto casa di Masiello. De Tullio chiese se la partita era “combinata” ma Masiello rispose che era solo e senza gli altri non si poteva fare niente». Intanto ieri Andrea Masiello è stato interrogato per la terza volta nel giro di 24 ore dal pm del Tribunale di Bari, Ciro Angelillis, che si è presentato nel carcere assieme a due ufficiali dei carabinieri. Stavolta l’audizione è durata circa due ore e il giocatore avrebbe risposto a tutte le domande del pm che ha poi secretato il verbale. Poco dopo il termine dell’interrogatorio per Masiello è arrivata una buona notizia: Il gip Giovanni Abbattista gli ha concesso gli arresti domiciliari (la località prescelta è Bergamo). L’istanza di scarcerazione era stata depositata dall’avvocato di Masiello, Francesco Rotunno, a fronte delle dichiarazioni rilasciate dal suo assistito agli inquirenti baresi che hanno evidentemente apprezzato il fatto che il giocatore stia collaborando. E in serata il giocatore ha lasciato il carcere mentre alcuni tifosi del Bari hanno esposto uno striscione che diceva: «Avete umiliato i nostri colori, venduto le nostre maglie, ammazzato la nostra passione e ridicolizzato le nostre lacrime». Sì, insomma, Masiello ha vuotato il sacco sulle partite truccate. A partire dal derby con il Lecce con il suo autogol volontario. La stessa partita del cosiddetto “mister X”, ovvero l’emissario salentino, riconosciuto in foto da Masiello nel corso di un interrogatorio e che avrebbe consegnato al giocatore 230mila euro per quella partita. Intanto l’identikit del “mister X” si sta facendo sempre più dettagliato. Secondo quanto riportatodalle agenzie di stampa si tratterebbe di un giovane imprenditore leccese, ritenuto dagli investigatori vicino al Lecce calcio.
Il club salentino, però, nega il coinvolgimento. E il patron Giovanni Semeraro in una nota pubblicata sul sito ufficiale della società dice che il Lecce «è completamente estranea a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni, parte delle quali anche confuse e contraddittorie, dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica. Il risultato del derby, fino a prova contraria è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra società. Ritengo che il gruppo da me rappresentato goda di una credibilità personale e societaria, costruita in cinquant’anni di impegno e serietà in campo finanziario, imprenditoriale e sportivo, che sarebbe stato da folli mettere a repentaglio per una partita di calcio».