(S. Di Segni) – In principio erano offerte da galacticos, la situazione è peggiorata quando sono spuntati gli sceicchi. I capricci per portare via Daniele De Rossi dalla Capitale sono un peso che i tifosi della Roma non smetteranno mai di sentire nello stomaco: il dazio da pagare, se la bandiera è anche un fuoriclasse. Quante palpitazioni per il centrocampista di Ostia, ora al centro delle attenzioni del Real Madrid, ora di quelle dei signori con il turbante in testa: gli allenatori dal palato fino hanno sempre avuto la loro parte, da Carletto Ancelotti a Sir Alex Ferguson, fino a Roberto Mancini. Il comune denominatore è nella stoffa del campione, ma anche la pioggia di quattrini è un filo conduttore che ha catturato le ansie del popolo romanista: Daniele e la Roma resisteranno? Un interrogativo che si rinnova a ogni sessione di mercato: talvolta era leggenda, in altre circostanze le paure erano legittime.
CORRIERE DELLO SPORT Daniele e mercato, una storia infinita
IL PATTO – C’era una volta (ma non è una favola) una vecchia promessa di Rosella Sensi al collega Florentino Perez: De Rossi è stato a lungo un pallino fisso del Real e l’arrivo di José Maurinho a Madrid non è stato utile a far cessare l’allarme. Il portoghese stravede per Capitan Futuro, come non comprenderlo. Ma anche gli spostamenti di Ancelotti hanno fatto da bussola agli scenari: il Chelsea di Abramovich arrivò a mettere sul piatto 70 milioni per DDR, così raccontò Bruno Conti, allora direttore tecnico del club di Trigoria; l’assalto fu respinto, come il copione del tifoso pretende. La scorsa stagione è bastato che il tecnico italiano si sedesse sulla panchina del Paris Saint Germain per tenere alto il livello di guardia: Paperoni arabi e convinzioni tecniche, un connubio da brividi. Era il tempo dell’ultimo rinnovo di contratto di De Rossi, lo stesso lasso dal quale poteva uscire vincitore il Manchester City. (…)
LA FIRMA – Il lieto fine giallorosso, sei mesi fa, fu la firma su un accordo da 10 milioni lordi più premi fino al 2017: al prolungamento si arrivò attraverso una trattativa troppo lunga per non tener conto degli sguardi interessati all’estero e in Italia. Mai boccone fu più appetitoso di un De Rossi a parametro zero: se nessuno l’ha divorato, è soprattutto grazie al rapporto speciale che lega il club al ragazzo. E viceversa.
NO GRAZIE – Lui, un totem assieme a Totti, ha sempre declinato con educazione gli inviti: ne sa qualcosa anche Ferguson, che più volte ha provato a disegnare uno United con il biondo al centro del campo.Dei progetti del Bayern Monaco si è parlato quando lo sponsor Adidas è parso un elemento potenzialmente unificante. Più discrete sono state le milanesi: nella Penisola resiste ancora un certo pudore ad ammettere di voler issare la bandiera degli altri.