Viola no limits. Del resto con un «Aeroplanino» ed un’ «Aquila», volare, si può. «Qui possiamo creare qualcosa di importante – ammette Alberto Aquilani –. Con il nostro gioco e la giusta umiltà, non dobbiamo porci limiti». Intanto domani vi presentate a San Siro da favoriti. Lo dice la classifica.
«Non scherziamo, il Milan è sempre il Milan. Hanno giocatori abituati a questo tipo di gare e sanno gestire la pressione. Il ragionamento da fare, semmai, è un altro»
Un’altra bella scoperta è il Montella-allenatore, se l’aspettava?
«Premessa: non credevo diventasse subito così bravo. Però eravamo compagni di squadra e vedevo che aveva qualcosa di diverso rispetto agli altri giocatori. Per come ragionava e per i modi di fare. È un tecnico molto attento ai particolari ed anche il suo staff è di grande valore».
Intanto si è preso la maglia numero 10: bella responsabilità qui, lo sa?
«Sapeste quanto me l’hanno fatta pesare (ride). Mi dicevano: “Lascia perdere, prendi un altro numero”. In passato però non la potevo manco chiedere: tra Totti, Del Piero e Seedorf non era il caso. Non ci ho pensato nemmeno un attimo, bella responsabilità, mi piace».
Chi le ricorda questa Fiorentina?
«La mia prima Roma, non solo perché alcuni interpreti sono gli stessi, come il d.s. Pradé. Ho scelto Firenze anche per lui».
A proposito di Roma, domani c’è il derby. Potrebbe essere l’ultimo per De Rossi?
«Discorso delicato, la mia sensazione è che Daniele rimanga. Forse è più facile cambi l’allenatore. Visto che, come tutti i tecnici, dipende dai risultati. Comunque mai dire mai».
Quali sono i suoi giocatori di riferimento?
«Da piccolo Giannini, poi Gerrard. Adesso quelli del Barcellona. Prima tutti giocavano a pallate, loro hanno fatto vedere che con il bel calcio si può vincere».