Nuovo appuntamento con la rubrica firmata Gazzetta Giallorossa. Questa volta dedichiamo la nostra attenzione alle dichiarazioni più o meno indovinate da parte dei “nostri” dirigenti, spesso in difficoltà nel gestire le situazioni come la Roma sul campo. L’obiettivo è rivolto oggi alle parole rilasciate dal Direttore Generale Franco Baldini ieri, al convegno “Calcio del terzo millennio”:
“Sensi è stato talmente coinvolto da questo amore e ha capito che avrebbe guadagnato l’immortalità vincendo un titolo che mancava da diciotto anni. Si è speso non solo in termini di energie ma anche di patrimonio per poter raggiungere l’obiettivo. Non ho mai visto una persona più felice di lui quando ha vinto lo scudetto, è stata una cosa fantastica. Quando ho incontrato Pallotta per la prima volta, volendo capire che tipo di imprenditore avevo davanti, gli ho chiesto perché avesse in mente di acquistare la Roma. Lui mi parlò delle sue origini italiane e del desiderio di fare qualcosa nel nostro Paese per cui potesse essere ricordato. Mi rassicurai ulteriormente, quando gli dissi che inizialmente ci sarebbero stati investimenti da fare, perché mi spiegò che non veniva per fare business e che i soldi li faceva con i fondi d’investimento. La banca è un partner della Roma, non c’è reale differenze di comportamenti. La banca nei confronti della Roma quando c’è da fare la banca la fa. Le banche hanno sempre finanziato. La banca ha consentito a questa società di essere ancora una società e giocare in serie A“.
Ancora una volta Baldini, così come il resto dei dirigenti giallorossi in passato, pone in atto un paragone con la precedente gestione che ha del clamoroso e dell’incomprensibile. Perchè? Andiamo a spiegarci. Come più volte ricordato, visto l’andamento dell’attuale Roma, fare riferimento ad uno dei due Presidenti più vincenti e gloriosi di questo club, sembra una ricerca di sadismo mostrato già in precedenza dal numero uno romanista. Come mai tornare reiteratamente su un paragone che non porta giovamento a nessuno? La risposta sembra trovare fondamento nell’idea di sorreggere un personaggio come Pallotta e farlo passare come l’attuale salvatore della patria capitolina. Il discorso legato alla “passione”, per un finanziere che vive con i fondi di investimento, appare piuttosto incoerente, il solito ossimoro baldiniano messo in scena per stupire. Poco chiaro anche il passaggio sui soldi da immettere per creare un progetto importante, visto che è chiaro che con la Roma non si possano generare particolari introiti ma allo stesso tempo la risposta porta dritta all’idea dell’autofinanziamento, tanto criticato poco tempo fa. Anche sulla banca i riferimenti sono piuttosto vaghi e mal si conciliano con le affermazioni precedenti: la banca svolge un ruolo di partner e affiancamento oltre che istituto di credito finanziatore. Praticamente siamo alle solite, cioè Unicredit si mantiene saldamente all’interno della società e cura i propri interessi. Notizia sbeffeggiata se riportata da altri ma a quanto pare di una certa dignità se è il dg a proferirla. Ci si stupisce della varietà di idee che i vari Fenucci, Baldini, Sabatini & company esprimono ogni volta, senza un filo conduttore che possa riunire i vari concetti, quasi ad evidenziare un mancato concerto tra di loro prima di sparare determinate uscite. A ridosso di una gara delicata come Roma-Fiorentina tutto questo non ci voleva. Ancora una volta.
A cura di Rocky & Apollo