Continuiamo a non capire a al tempo stesso ogni questione ci sorprende molto poco: è il malinconico destino di chi deve occuparsi delle questioni del calcio, in Italia; questioni che sempre più riverberano la credibilità che altre “istituzioni” hanno nel paese, cioè prossima allo zero. Per questo ci sta bene la parrucca: il mascheramento cioè, l’artificio, il frangettone cotonato…Insomma fate un po’ voi, non è in questo caso l’acconciatura che conta. E’ il fatto, eternamente italico, di adottare una moralità col trucco, con l’inghippo, con l’ipocrita copertura di ciò che troppo spesso è lampante. Torna Antonio Conte, tra le fanfare che lo accompagnano fin dal sottopassaggio del “Renzo Barbera”.Il calcio italiano, come ha titolato qualcuno, gli si stringe attorno: si scomodano Prandelli ed Allegri (tra l’altro animatore di più di una polemicuccia con lo stesso Conte), pletore di dirigenti gli esternano incoraggiamenti e solidarietà, in tanti si scomodano ad urlare: “Finalmente!”. Ora, immaginandoci il caro, vecchio e mai troppo citato marziano di Ennio Flaiano che precipita all’improvviso nel cerchio di centrocampo del nostra ambiente “pallonaro” (anche cazzaro, se è per questo), vediamo il povero alieno incredulo e basito di fronte a certi atteggiamenti: si aggira, fa domande, capisce sempre meno, non riesce ad adeguarsi. Con le antennine dritte ma ugualmente disorientato, domanda: “Ma come, ma Conte non ha finito di scontare una squalifica per illecito? Ma non c’è stata una regolare sentenza? Si? E allora, come mai tutti vi affollate a fargli incoraggiamenti e a dargli pacche sulla spalla?”. Senza ricevere, nonostante i troppi (non tanti, troppi) interlocutori cui ha fatto domande, una risposta convincente, il poveretto se ne torna su Marte, dove davanti a uno squalificato per illecito, anche se per omessa denuncia, non si riservano fanfare e non si mobilitano telecamere “ad personam“: semplicemente, si prende atto del termine della squalifica e il soggetto in questione torna a svolgere la propria attività di tesserato, magari tenendo un profilo basso e non ostentando un piglio da eroe. Non dovrebbe essere normale anche per noi, sulla terra e per la precisione in Italia? Ah già, dimentichiamo che il nostro resta il paese in assoluto più distante da Marte…
ORA D’ARIA Se tornasse il marziano
Paolo Marcacci