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ORA D’ARIA “Riflessioni sparse” di Paolo Marcacci

Ora d’aria di Paolo Marcacci

Come cambiano gli aggettivi, a volte nel volgere di sole ventiquattr’ore. Stavolta, sicuramente, se parliamo di Nainggolan e del suo approdo sulla sponda giallorossa.
Fateci caso: fino a quando è stato conteso da cinque club italiani, col Napoli che tentava gli ultimi rilanci e la Juventus che – si è detto – stava muovendosi a fari spenti per piazzare l’inaspettato e decisivo assalto finale; oltre alle due milanesi interessate dall’inizio, il belga è stato spesso definito “fortissimo centrocampista”, “gioiello appetito non solo in Italia”, “giocatore decisivo per gli equilibri di una squadra” e via dicendo. Dopo l’operazione di mercato – da applausi – con cui la dirigenza giallorossa l’ha fatto suo, guarda caso la stampa nazionale e soprattutto una cordata trasversale di commentatori televisivi – Sky compresa, in qualche caso – hanno cominciato a ridimensionare non solo gli aggettivi ma anche i sostantivi, in modo tale da far diventare l’ex cagliaritano un “buon mediano”, grosso modo, per giunta pagato tanto quando non addirittura troppo da chi l’ha preso.
Fosse finito in una società dalla casacca a strisce verticali o dalla tinta unita come il cielo sopra ‘o Vesuvio, state pur certi che i media avrebbero “urlato” titoli inneggianti al grande acquisto, al rilancio delle ambizioni, alla ridefinizione di un centrocampo finalmente completato da un giocatore utile in ogni fase del gioco.
Ora, non vogliamo cadere nella tentazione di iper valutare, a parole, Nainggolan adesso che ha iniziato a vestire il 44 – almeno fino a che Bradley resta qua – giallorosso alla corte di Garcia. Però in un mercato di gennaio che – per i club italiani -verosimilmente resterà privo di “botti” clamorosi fino alla chiusura, un acquisto del genere da parte della Roma andava celebrato e sottolineato sia per il cabotaggio tecnico, comunque elevato, di un centrocampista di grande personalità, che definire incontrista è molto limitativo; sia per le modalità e l’efficacia con cui l’operazione è stata impostata e condotta in porto. Ancor prima che dalla sudditanza psicologica, evidentissima, da parte dei direttori di gara nel campionato italiano, il nostro calcio dovrebbe depurarsi da quella dei mass media nei confronti della oligarchia che da più di un secolo detta legge lungo l’asse Milano-Torino, granata esclusi, ovviamente.
Per concludere, Nainggolan è un acquisto di cui compiacersi sul serio, al punto tale che al momento ci fa accantonare Paredes, ma ne riparleremo.

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