Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.
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Freccia nera. Nella prima conferenza stampa al momento del suo arrivo il tecnico francese disse: “E’ vero. Gervinho non è molto fortunato sotto porta, ma vedrete quanti gol farà fare ai suoi compagni”. Detto fatto l’esterno ivoriano si conferma come vero e proprio spacca difese. In un campionato molto tattico come quello italiano, il calciatore ex Arsenal risulta determinante se lasciato libero quel tanto che basta per poter azionare la sua corsa dirompente. Suo l’assist al bacio per il tocco di esterno destro firmato Ljajic dopo una corsa infinita sull’out di sinistra iniziata all’altezza della linea mediana. E il gol che delizia tutti i presenti con una perla di rara bellezza per il nuovo vantaggio romanista: stop coraggioso all’interno della area di rigore defilato sulla sinistra, finte a puntare e saltare due difensori di casa accentrandosi e destro fulminio a bucare Rafael per uno dei gol più belli della stagione giallorossa. Chapeau.
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6 x 5. I primi sono il numero di calciatori andati a segno tra difesa, centrocampo e attacco, i secondi i gol realizzati da quest’ultimi tutti a quota 5 nella classifica marcatori della squadra. Ljajic, Strootman, Benatia, Totti, Gervinho e Florenzi hanno infatti realizzato ben 30 delle 45 reti realizzate (secondo miglior attacco dietro la Juventus), confermando come l’idea di gioco voluta da Garcia possa portare alla costruzione di moltissime possibilità offensive, sfruttabili, in ogni caso, da ogni giocatore in campo. 30 e lode.
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Toro d’astuzia. Bravo il terzino ex Olympiakos a trovare il calcio di rigore che chiude la sfida del Bentegodi nei minuti finali del match. Il greco intercetta un pallone sulla linea di centrocampo e si invola da solo verso l’aerea di rigore gialloblu, trovando l’intervento stupido e scomposto di Gonzalez, al secondo rigore procurato dopo quello di sette giorni fa contro il Milan. Per Mazzoleni non ci sono dubbi e Totti ringrazia mettendo a segno la rete del definitivo 3-1, 232sima della sua sfavillante carriera.
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La fantasia in panchina. Nella prima frazione di gioco Rudi Garcia opta per la sostanza in mezzo al campo con Nainggolan, Strootman e De Rossi a discapito della classe di Francesco Totti e Miralem Pjanic. Ne nascono 45′ di gioco zoppicante e privo di un giocatore capace di galleggiare e muoversi tra le linee, anche per merito di un Verona ben messo in campo da Mandorlini. Per fortuna nei minuti di recupero arriva la zampata di Ljajic su assisti del solito, incontenibile Gervinho a sbloccare la partita per un primo tempo in chiaroscuro.
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Ingenuo Castan. Grave l’errore del centrale brasiliano che in maniera troppo leziosa, lui che fa della cattiveria agonistica la sua caratteristica principale, si fa soffiare il pallone dal talento gialloblu Iturbe sul limite destro dell’area di rigore. Conseguenza prevedibile la bella giocata del mancino veronese, il tocco per Donati e il conseguente assist perfetto per l’altro mancino Hallfredsson, bravissimo nel trafiggere un tutt’altro che incolpevole De Sanctis con un tiro potente e angolato per la rete del momentaneo 1-1. Della serie guarda chi c’ha segnato.
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Le gambe di De Sanctis. Il portiere abruzzese si lascia superare dal tiro angolato ma non irresistibile di Hallfredsson per il momentaneo pareggio gialloblu. La traiettoria è insidiosa ma il problema è la mancata spinta nel tuffo dell’estremo giallorosso che si accascia sul fianco e non riesce a deviare in angolo. Non c’è nemmeno la parziale scusante del sole in faccia, visto che nella seconda frazione di gioco la sua porta gode interamente dell’ombra. “Curciane” memorie.
A cura di Papi&Piccinini