(M. Ferretti) Sorpresa grande all’annuncio delle formazioni: Matteo Brighi titolare nel Bologna. Ma Brighi quello della Roma? Esatto, proprio lui. Matteo, lo pseudo intellettuale di Luciano Spalletti. Ma non aveva smesso? Possibile che ancora faccia il calciatore? È una vita che non si sente… No, no proprio Brighi l’ex romanista. E, per certi versi, un ex calciatore. Nonostante Brighi, e una manciata di rossoblù mezzi sconosciuti o riciclati al cento per cento, la Roma è riuscita a non vincere la partita, vanificando la rimonta dal dischetto dopo la rete di Masina. Dopo aver visto Rocchi, quello di Torino 5 ottobre 2014, concedere due tiri dal dischetto alla Roma e annullare una rete al limite al Bologna, in pochi avevano dubbi: alla prima occasione, il parere comune, il fischietto di Firenze darà un calcio di rigore pure al Bologna. In pochi, a dire il vero, ritenevano – però – che Torosidis potesse aiutare in maniera così netta Rocchi (decisione indiscutibile: rigore sacrosanto), ma avevano dimenticato che il greco non è nuovo a exploit di questo genere. Ecco perché – tutto sommato – il suo fallo da pollo di batteria non deve sorprendere più di tanto. Se mai, sorprende l’atteggiamento complessivo della Roma che, soprattutto nella prima frazione, non ha capito assolutamente come doveva esser giocata la partita su quel terreno così complicato. Complicato anche per il Bologna, però.
PESSIMA INTERPRETAZIONE La squadra di Roberto Donadoni, dai valori tecnici indiscutibilmente inferiori a quelli della Roma, ha interpretato la gara come doveva essere interpretata, cioè badando poco alla tecnica e mettendoci tanto cuore e corsa su ogni pallone. In maglia bianca, invece, giocatori impantanati, poco reattivi e incapaci di proporre una giocata degna di tale nome. Incaponiti nel cercare le consuete trame, impossibili da trovare sul e nel fango. Doveva essere, poi, la serata di Manuel Iturbe, ma se non fosse stato protagonista dell’azione che ha portato al secondo rigore per la Roma, nessuno si sarebbe accorto della sua presenza. Una serie sistematica di errori tecnici e di scelte tattiche assolutamente sballate e personalità zero, ben prima dell’acciacco accusato nel finale. Domanda: Garcia, perché non l’ha cambiato quando aveva ancora la possibilità di farlo?. Mistero tra i misteri.