(U. Trani) Il bersaglio sta lì, davanti agli occhi. Adesso bisogna solo inquadrarlo e centrarlo. Il terzo posto, come ha ricordato pure Spalletti alla vigilia, è l’obiettivo minimo di questa stagione. Lo ha fissato la proprietà statunitense dopo l’esonero di Garcia. Perché la mission aziendale, per evitare dolorose dismissioni tecniche nel caso non venisse centrato, prevede di partecipare per il terzo anno di fila alla Champions, non fa niente se con lo sforzo in più dei preliminari. Stasera, ospitando l’Inter quinta e distante 5 punti, la Roma ha il primo match ball. Se lo sfrutta, si mette al sicuro, eliminando la concorrente più pericolosa nella corsa al terzo gradino del podio (la Fiorentina è in svantaggio anche per gli scontri diretti). Così potrebbero lievitare le ambizioni, in vista del traguardo e con altre 8 gare a disposizione, magari puntando più in alto.
DENTRO I MIGLIORI Spalletti sarà anche scontato, ma dà giustamente la priorità alla sfida contro i nerazzurri. Non risparmierà quindi i diffidati Digne, Nainggolan e Pjanic, preservandoli per la Lazio. Il derby è oggi e non il 3 aprile, basta avere davanti la classifica per rendersene conto. Se qualcuno dei 3 resterà fuori sarà solo per scelta tecnica, cioè guardando alla formula ideale per creare difficoltà a Mancini. Che si presenta all’Olimpico con assenze sicuramente più pesanti, gli infortunati Icardi e Jovetic più lo squalificato Palacio, del collega che invece recupera anche Ruediger e rinuncia solo a Gyomber e Castan, cioè giocatori che non utilizza mai. L’Inter non avrà il centravanti, visto che lì davanti ci sarà al massimo Eder; la Roma non si sa. Il dubbio c’è, come ha ammesso il tecnico giallorosso: ballottaggio tra El Shaarawy e Dzeko nel 4-3-1-2 che avrebbe ancora Perotti trequartista, cioè vertice alto del rombo di centrocampo e non falso nueve. In bilico, per la verità, pure il rientro di De Rossi: per dargli spazio, bisognerebbe rinunciare a Keita o proprio a Nainggolan, dando invece per certa la presenza di Pjanic. Nelle ultime esercitazioni a Trigoria, da regista, è stato provato De Rossi e non Keita.
RIMONTA TRAVOLGENTE La Roma, proprio con il ritorno del toscano in panchina, ha raggiunto e staccato l’Inter in classifica. In 10 partite, anche grazie alle 8 vittorie di fila, ha raccolto 25 punti, i rivali solo 15, senza mai vincere in trasferta nel girone di ritorno. Dal 17 gennaio, le posizioni, dunque, si sono ribaltate. I nerazzurri erano addirittura al 2˚posto insieme con la Juventus e a 2 punti dal Napoli, all’epoca leader del torneo. I giallorossi, invece, partiti proprio dal 5˚ posto, con 5 punti in meno della squadra di Mancini (e 4 meno della Fiorentina), adesso hanno davanti solo la Juventus e il Napoli. L’Inter, tra l’altro, è riuscita a battere la Roma e nessun’altra delle 4 che la precedono in classifica (4 sconfitte e 1 pari). Come i giallorossi avrà in casa, e sempre contro il Napoli, l’ultimo scontro diretto.
RICORDI PER TUTTI I GUSTI I successi italiani di Spalletti sono stati tutti contro Mancini. Con la Roma e contro l’Inter, ha alzato 3 trofei: 2 volte la Coppa Italia (2007 e 2008) e 1 la Supercoppa Italiana (2007). Contro il collega ha però perso anche lo scudetto (2008) all’ultima giornata, vittoria nerazzurra a Parma e pari giallorosso a Catania. E, nella prima stagione di Spalletti sulla panchina della Roma, furono proprio i nerazzurri di Mancini a interrompere, all’Olimpico, la striscia degli 11 successi consecutivi, il 5 marzo del 2006 (pari firmato da Materazzi a 1 minuto dalla conclusione, dopo la rete di Taddei). Precedente ingombrante, in considerazione della nuova serie di vittorie del tecnico giallorosso. Il derby è, insomma, oggi e non domani. Da vincere per chiudere i conti anche con il passato.