(M. Ferretti) Tutto sembra già stabilito: scudetto alla Juventus, secondo posto alla Juventus B e tutte le altre squadre in lotta (soltanto) per la terza posizione. A giudicare dalle chiacchiere che stanno accompagnando il calciomercato e le partite di precampionato, la serie A non potrà che andare a finire in questa maniera. Perché gli investimenti della squadra campione d’Italia sembrano – sulla carta – far aumentare ancor di più il gap con le altre, con tutte le altre. E qui non si sta parlando soltanto dell’acquisto di Higuain: è una questione di rosa, di mentalità, di abitudine a vincere, come dicono quelli che si sentono bravi. Ma siamo davvero così sicuri che il campionato farà registrare un monologo juventino? Sul fatto che la squadra di Max Allegri sia quella tecnicamente meglio attrezzata nessuno nutre dubbi: il vecchio gruppo, già forte ed affidabile di suo, è stato amplificato (migliorato) con innesti di valore assoluto, al punto che il tecnico livornese oggi ha a disposizione due Juventus da primi posti; ma centrare il sesto scudetto di fila non sarà così automatico. Perché tutte le partite partono da zero a zero, perché tutte le aspiranti al successo finale dovranno affrontare la Juventus soltanto due volte, perché in Italia non è mai facile vincere, neppure per i più forti, e poi perché le altre, tutte le altre che hanno ambizioni da primato, non sono così male perché non sono rimasti con le mani tra le mani.
GIOCO E GIOCATORI Il Napoli, ad esempio, perso Higuain e i suoi 36 gol può contare sulla qualità del gioco di Maurizio Sarri, uno che nella passata stagione ha saputo trasformare i brocchi in campioni. I giocatori contano, certo, ma conta anche il gioco, con o senza un finalizzatore come il Pipita. Questo non vuol dire che il nuovo Napoli è più forte della nuova Juventus, ma che nel calcio nulla mai è scritto quando il pallone sta ancora in magazzino. E i primi a sapere che la realtà è esattamente questa sono i giocatori e i dirigenti della Juventus, che sbaglierebbero di grosso qualora pensassero di avere la vittoria già nello spogliatoio. Non c’è solo il Napoli orfano di Higuain, però, da tenere nella giusta considerazione. La Roma, ad esempio, ha perso Pjanic e Digne, ma ha preso Bruno Peres, Vermaelen, Mario Rui, Gerson, Fazio, Alisson, Juan Jesus oltre a… Strootman. E l’impressione è che non sia finita qui. Ma, già al momento, la Roma attuale non sembra inferiore a quella della passata stagione. Senza dimenticare il Fattore Lucio. Spalletti, tornato alla Roma nel passato gennaio, ci ha messo pochissimo a trasformare un gruppo di giocatori allo sbando in una squadra capace di centrare i preliminari di Champions League: è lui, insomma, la vera arma in più della squadra giallorossa, che ha tanti buoni calciatori e un ottimo allenatore.
OCCHIO ALLE SORPRESE Detto della Roma, non si può non tener conto delle grandi novità che stanno accompagnando l’Inter. Che ha cambiato guida tecnica, che ha preso ottimi giocatori e che sembra aver deciso di non campare più alla giornata. Frank de Boer, al momento, rappresenta un’incognita ma il passato parla per lui. E tutto questo appare una base solida per il rilancio della squadra nerazzurra. Specie se il club riuscirà a tenere Icardi a Milano. La sensazione, però, è che il principale problema da risolvere in Casa Inter sarà la questione societaria: all’interno del club troppe cose, nei mesi passati, non sono filate per il verso giusto sotto l’aspetto della pianificazione, della disciplina e della gestione delle risorse. Complicato pensare che possa esserci un’altra squadra, oltre a Juventus, Napoli, Roma e Inter, a giocarsi il podio del campionato. Vincenzo Montella è bravo, molto bravo ma il Milan oggi non è una squadra; la Fiorentina appare fin troppo anonima; la Lazio è in fase di ricostruzione, soprattutto in attacco. Più giusto, se mai, pensare al Sassuolo come possibile sorpresa (sorpresa?) del campionato, visto l’ottimo lavoro portato avanti dalla società e dall’allenatore Eusebio Di Francesco. Occhio ai colpi di scena, però, che nella Serie A non sono mai mancati: l’impressione è che dopo cinque anni di Bundeseriea, cioè di monologo juventino in stile Bayern Monaco, il campionato che va a cominciare non sarà più monocorde o monocolore. Anzi, esclusivamente in bianco e nero.