(E. Menghi) – Un po’ è per nostalgia, un po’ per il senso di ingiustizia nel vedere lo spettacolo del «cuore pulsante» giallorosso solo in trasferta. De Rossi si batte per i suoi tifosi, lo ha sempre fatto, e soffre nel trovarli solo lontano dall’Olimpico, dove tra l’altro la Roma fa più fatica a vincere: «Non va bene, un vero peccato. Un passo falso, una brutta figura. In casa ce li hanno tolti, ce li godiamo in trasferta, ma dovrebbero essere liberi di tifare, non solo a 100 km di distanza, ma anche a casa propria, sempre nei limiti della correttezza e comportandosi come si deve. Punire in maniera preventiva non è giusto e succede solo da noi. Lo spettacolo da parte loro è stato degno dell’amore per una squadra di calcio».Al Castellani erano in 4 mila e hanno esposto un significativo striscione: «Sara bellissimo viaggiare insieme per poi tornare in Sud senza barriere».
Con la speranza che non si faccia la doppia fatica di toglierle per il rugby e di rimetterle per il calcio. Perché nell’elenco delle differenze con la Juventus c’è anche questa. Un’altra nei confronti con le «piccole» del campionato: «Potremmo riassumerla – ha suggerito De Rossi – in Cagliari ed Empoli, due partite che la Roma dovrebbe vincere in modo netto e invece non ha vinto, perdendo 4 punti. Sono gare molto diverse tra loro, da Cagliari a oggi abbiamo fatto passi in avanti. Bastava un miracolo in meno e la classifica e l’umore sarebbero stati diversi. Skorupski ha fatto il fenomeno. In Inghilterra un giocatore di tua proprietà non può giocare contro di te. Brucia, ma il campionato è lungo».
A proposito di Juve, le suggestioni di mercato che vorrebbero il centrocampista di Ostia (in scadenza) a Torino la prossima stagione non sembrano importargli: «A Empoli ho festeggiato 15 anni di Roma e sono contento. Spero che ci siano altri traguardi da raggiungere, sto qui con anima e corpo affinché succeda. Di altre cose non so nulla, la Juventus ha la forza di comprare giocatori più forti e più giovani di me. Del mio futuro non abbiamo ancora parlato, ma anche se dovessi andare via mi aspetto che la società mantenga lo stesso atteggiamento: questa piazza prima o poi deve vincere. II discorso economico, se volessi o dovessi rimanere, è l’ultimo dei problemi con tutto quello che ho guadagnato finora. Conte mi ha fatto capire che posso ancora fare il calciatore ad alti livelli».
Il dg Baldissoni è sereno: «Con Daniele c’e un dialogo aperto, non ci stupirebbe se ci fossero interessi perché è un grande giocatore. Per ora non è arrivata nessuna richiesta e non c’è urgenza per il rinnovo». Maggiore impellenza la richiede il tema tifosi: «Abbiamo un impegno con l’ ex prefetto Gabrielli. Non si sono mai registrati incidenti dove le barriere non ci sono, la normalità deve essere l’obiettivo nel calcio: è tempo di eliminarle».