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Il Messaggero El Shaarawy, se un posto da titolare ti cambia la vita

(A. Angeloni) E’ un po’ triste e scarico perché non gioca titolare oppure non gioca titolare, quindi è un po’ triste e scarico? E’ come chiedersi se sia nato prima l’uovo o la gallina. El Shaarawy, quest’anno è andata così, senza chiederci troppi perché. L’esplosione di Dzeko, rispetto allo scorso anno, ha cambiato le carte in tavola. La Roma dei velocisti, del tridente leggero ha lasciato spazio al bomber più Perotti-Salah e nell’ultimo periodo a una squadra più equilibrata e con un terzino, Peres, al posto dell’ala, Salah. Doveva essere El Shaarawy il primo sostituto di Momo, invece niente, idea evaporato prima della sua nascita. Se è vero che nel suo passato da titolare, ElSha è andato benissimo, è vero pure che quest’anno, secondo il giudizio di Spalletti, l’italo egiziano non ha fatto nulla per convincerlo a rischiararlo con continuità nell’undici. Lo dicono i numeri: Stephan è tra i primi per presenze, ma ha un minutaggio bassissimo. Quindi, la sua vita è più da subentrante o da sostituito, tutt’altro che inamovibile.

A DESTRA NON GLI GARBA Sono 20 le presenze complessive in campionato (più di Salah), con 857 minuti totali: solo 9 volte è partito da titolare, 11 è subentrato e 5 è stato sostituito. Lo scorso anno ha segnato otto reti in sedici partite, ha cominciato subito con l’esordio con il Frosinone e ha finito a San Siro contro il suo Milan. Una delle sue migliori prestazioni, a Empoli, dove ha messo a segno l’unica doppietta in campionato. Spalletti non deve aver preso bene la sua reazione all’idea/possibilità di giocare a destra nel periodo senza Salah. «Non gli garba», spiegò Lucio, e quel non gli garba era chiarissimo. Non ti garba? Bene, allora ci metto un altro. Ed ecco Bruno Peres, mentre a sinistra resta Perotti. E domani, Diego non c’è e riecco la possibilità di rivedere Stephan da primo minuto. Sarebbe la decima volta da titolare.

AMICO OLIMPICO Ancora oggi ci chiediamo perché a Torino contro la Juve non sia stato scelto il Faraone e forse alla base c’erano anche certi suoi atteggiamenti, che il tecnico non ha gradito fino in fondo. Lo scorso anno, Stephan era un calciatore da trasferta: solo due delle otto reti in campionato li ha messi a segno all’Olimpico (tre se consideriamo il derby, Lazio-Roma), le altre sei lontano da casa. Quest’anno è successo il contrario: in campionato ne ha segnati tre e tutti e tre all’Olimpico, contro Crotone, Palermo e Chievo, due anche in Europa League, pure quelli a Roma, contro l’Austria Vienna. E uno pure in Coppa Italia? Dove? All’Olimpico contro la Sampdoria, come ti sbagli. Questi sei gol stagionali hanno una caratteristica: El Shaarawy li ha messi a segno sempre con la maglia da titolare addosso. L’incidenza da subentrato è minima e, per dirla alla Spalletti, è una situazione che «deve mettere a posto». Martedì, a meno di sorprese, toccherà a lui, visto che Perottti e Salah ancora non ci sono. Si gioca all’Olimpico, sarà titolare: se tanto mi da tanto, ElSha ha tutti gli ingredienti a disposizione per giocare una grande partita. Poi tornerà Salah, ci sarà di nuovo Perotti e qualcosa, appunto, dovrà essere messa a posto. Definitivamente.

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