Il presidente del Coni Giovanni Malagó ha partecipato all’inaugurazione del liceo sportivo nella Capitale e ha rilasciato alcune dichiarazioni sul progetto del nuovo stadio della Roma, appena approvato, e sul futuro impianto della Lazio. Queste le sue parole:
“Mi fa piacere che si parli di stadio e non di progetto. Noi abbiamo sempre e solo voluto parlare di stadio, quindi siamo molto felici che si sia sbloccato l’iter dello stadio della Roma. Anche se nel 2020 o 2021, o quando sarà, perderemo un cliente molto importante, perché lo stadio Olimpico ha la Roma come partner interlocutore e come gestione dell’impianto per le partite. Però la direzione è questa e siamo felicissimi della decisione per lo stadio. Su tutte le altre cose sinceramente non vogliamo dire nulla perché non sono di nostra competenza, non vogliamo essere coinvolti. Gli aspetti urbanistici, i tagli delle cubature, gli aspetti di viabilità… sono cose che devono guardare i tecnici. Noi siamo tecnici del mondo dello sport. Ricordo che noi siamo i certificatori di qualsiasi impianto sportivo aperto al pubblico. È fondamentale quello che è il marchio di omologazione e di autorizzazione, più che mai se è un impianto di calcio. Siamo ovviamente coinvolti, l’avete letto anche nell’intervista di ieri sugli sforzi che ha fatto il Crotone, il nuovo progetto del Sant’Elia a Cagliari, lo stadio del Frosinone, tutto l’iter dell’Udinese. Hanno rispettato in pieno le prescrizioni ed i parametri imposti dai nostri tecnici, che oggi devono a loro volta essere in linea con quelli che sono i dettami della pubblica sicurezza, del rispetto delle uscite, i vigili del fuoco e quant’altro”.
Anche la Lazio è uscita allo scoperto. Vogliono il loro stadio, ma non il Flaminio. Cosa ne pensa?
“La scelta della Lazio su dove fare un impianto spetta alla società. Come Coni, siamo altrettanto felici che la Lazio abbia il suo stadio. Faremo un endorsement come abbiamo fatto per lo stadio della Roma. Noi siamo i primi tifosi, a costo di perdere più o meno contemporaneamente Roma e Lazio come clienti. Il futuro è questo. Speriamo si sia fatto d’apripista a molte città come Firenze e Napoli. Uno dei problemi che ha causato la fuga degli spettatori dagli stadi nasce anche per la mancata ristrutturazione o realizzazione di nuovi impianti, credo che su questo siamo tutti d’accordo”.
Il derby torna di sera ma i biglietti venduti sono pochissimi.
“Era ora che il derby tornasse la sera. Bisogna dare una prova di maturità. Le barriere saranno abbassate. Le dinamiche che portano le persone a non venire allo stadio le sapete, ci sono ancora degli strascichi di polemiche, chi per questioni societarie, chi per l’imposizione delle stesse barriere. Le due squadre stanno facendo una stagione molto importante, adesso penso che sia arrivato il momento di tornare a dare fiducia, e soprattutto di non creare problemi e di non avere incidenti, altrimenti torneremmo indietro come il gioco dell’oca. Credo che sia molto importante che Roma e Lazio abbiano le proprie tifoserie come hanno sempre avuto, anche perché sono state una forza per queste squadre.”
Sensi diceva che senza Roma e Lazio all’Olimpico il Coni ci avrebbe fatto la corsa delle ranocchie. Cosa ci farete?
“Il Coni ha dimostrato di essere un’organizzazione che sa valorizzare al meglio i propri asset. Fino a qualche anno fa non c’erano tutti i concerti che ci sono oggi, e vi assicuro che siamo costretti a rifiutare tante proposte dagli agenti perché lo stadio è già occupato. Il rugby sarebbe contento di avere lo stadio senza avere l’ansia di montare e smontare tutto all’ultimo secondo. Ci sono una serie di manifestazioni che non possiamo ospitare, perché lo stadio è forse il più occupato d’Europa. Oggi chi si occupa di impresa sportiva, sa che c’è tutto un mercato dell’entertainment che riguarda le multinazionali che oggi affittano gli stadi, forse sono un business più interessante di quello della gestione di squadre di calcio. Dobbiamo essere pronti ad intercettare questo mercato. Il giorno in cui non ci saranno più Roma e Lazio, si potrebbe anche fare un accordo con la Figc.“