(G. Lengua) «Il mio nome è Cengiz, mi ricorderete così». Guai a chiamarlo il Dybala turco, il nuovo acquisto della Roma Under dà prova di carattere e personalità non solo in campo, ma anche davanti alle telecamere, spiegando che il soprannome attribuitogli a Istanbul non fa per lui: «Mi chiamavano così per la somiglianza con Dybala, ma io sono Cengiz ed ho le mie qualità quindi in futuro ricorderete il mio nome. Credo di aver dimostrato anche in Turchia quanto fossi pronto, in un anno ho segnato sette gol. Sono pronto per la Serie A, ma con il tempo vedremo quali saranno le mie prestazioni».
Prelevato da Monchi dall’stanbul Basaksehir per 13,4 milioni più bonus, l’esterno d’attacco durante il tour negli Stati Uniti ha stupito compagni e tifosi con prestazioni da calciatore ben più maturo di un ventenne: «Vengo da un campionato simile a quello italiano. Anche da noi si gioca forte, sia in difesa che in attacco e quando è arrivata quest’occasione di trasferimento ho accettato subito. La Roma non è un trampolino di lancio per andare in un club migliore, voglio essere un giocatore amato dai tifosi romanisti e dai dirigenti». E magari prendere esempio da un campione come Francesco Totti: «L’ho conosciuto quando sono arrivato qui, mi è dispiaciuto che abbia lasciato il calcio, mi sarebbe piaciuto giocare con lui per imparare».
L’unico problema è la lingua, Cengiz non conosce l’inglese, parla solo il turco ed è seguito sempre da un interprete: «È un disagio, ho iniziato a prendere lezioni. Con Di Francesco parlo a gesti e riusciamo a capirci, ma le cose cambieranno». E a proposito degli allenamenti del tecnico: «Qui facciamo le doppie sedute, in Turchia non accadeva. Andiamo anche molto in palestra, inoltre c’è tanta disciplina». Prima di prendere la parola, Under è stato presentato dal direttore sportivo: «Era richiesto da molti club importanti soprattutto inglesi, ma la sua volontà ha fatto la differenza. Ringrazio il presidente che mi ha dato fiducia nell’acquistarlo».