Diceva ieri Eusebio Di Francesco che la Roma deve crescere all’interno e quando le cose vanno meno bene non è colpa della città. Parole nuove, quasi nuovissime, rispetto alla tradizione giallorossa, ma che sembrano poi poco sposarsi con quella che, finora, è stata la storia della stagione: la Roma è andata meglio in trasferta che in casa. Almeno in campionato.
Di Francesco – scrive la Gazzetta dello Sport – punta ad ottenere il massimo dei punti in trasferta della storia giallorossa: deve arrivare a 39, con 15 punti a disposizione in 5 gare lontano da Roma (derby compreso) tutto è possibile. Anche perché, gara con la Lazio esclusa che fa storia a sé, non ci sono big match in programma: Bologna, Spal, Cagliari e Sassuolo le sfide che De Rossi e compagni dovranno affrontare da qui a fine stagione ogni volta che partiranno. Mentre in campionato la Roma ha conquistato fuori casa 9 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta (allo Stadium con la Juve, che era e resta tabù) in 14 partite, con una media di 2.21 punti ogni 90’, finora la migliore di sempre, in Europa il rendimento è stato opposto.
Ha fatto benissimo all’Olimpico (zero gol incassati e un solo pareggio, al debutto contro l’Atletico Madrid, prima di tre vittorie di fila) e ha sofferto di più fuori: ha vinto a Baku con il Qarabag, ha pareggiato a Londra col Chelsea, ha perso a Madrid contro l’Atletico e in Ucraina in casa dello Shakhtar. In Catalogna Di Francesco si affiderà ai leader più esperti, oggi farà qualche cambio in più, ma l’atteggiamento vuole che sia lo stesso. Gli ultimi due gruppi a riempire la bacheca di Trigoria, quello di Capello ormai quasi vent’anni fa e quello di Spalletti, dieci anni fa, in trasferta non andavano così bene, ma riuscirono comunque ad alzare trofei, più o meno importanti. Che poi, nel medio termine (a meno di miracoli) è quello che vorrebbe, anzi vuole, anche Di Francesco.