(A.Papi – K.Karimi) – La Roma perde anche con il Bologna allo Stadio Olimpico e peggiora ancora di più la propria classifica. Juric ha le ore contate ma nel frattempo i Friedkin hanno perso un’altra settimana per evitare il baratro. El Shaarawy segna una doppietta ma a poco può servire con una difesa del genere. Condizione imbarazzante di Dovbyk e Celik, ma difficile trovare spunti positivi.
SVILAR 5,5: Anche per lui non è un momento brillante e lo si è visto a Verona e ora contro il Bologna. In parte sfortunato su Karlsson e Orsolini, ma meno reattivo di quanto visto in passato. L’ultimo dei responsabili.
MANCINI 5: Assist per El Shaarawy a parte in fase difensiva è da mani nei capelli. Chiunque transita dalle sue parti, che sia Ndoye o Karlsson, va il doppio di lui ed è palese. L’impegno non è mancato, ma non è quello il problema. I danni sono molto più calcistici, banali ma decisivi. Il mestiere non basta più.
N’DICKA 5,5: Anche lui non è più al top della condizione da un paio di settimane, probabilmente per i troppi minuti giocati. Castro e Dallinga sono pane duro da mandar giù e nonostante alcuni anticipi ben riusciti, alla lunga si notano anche errori grossolani. Nell’area di rigore la marcatura stretta è rivedibile.
ANGELINO 5: Orsolini lo annienta nell’uno contro uno, come in occasione dell’1-2, puntandolo in campo aperto e trovando spazio sul sinistro. Qualcosa di meglio quando spinge, ma il gioco non vale la candela. E meno male che c’è chi lo vede solo braccetto.
CELIK 5: Altra prestazione senza capo né coda, con l’aggiunta di un infortunio che lo toglie dalla contesa nel secondo tempo. Passaggi sbagliati, soliti appoggi all’indietro, zero uno contro uno e sofferenza anche nel dare una mano a Mancini. Anche senza di lui le cose non migliorano.
CRISTANTE 5: La cosa grave è che non si è tirato indietro dal punto di vista dell’impegno. Corre e sbraccia, commette falli e sbaglia, come sempre, ma non riesce mai a trovare il bandolo della matassa, perdendo il duello con Freuler e Pobega (non Camavinga e Modric). Purtroppo è ancora un inamovibile, al di là delle voci di mercato.
KONE 6: L’unico con cambio di passo, come a Bruxelles. Corre tanto, anche troppo, prendendo botte e provando ad alzare il ritmo. Le transizioni portano solo la sua firma, poi magari dovrebbe migliorare nell’ultima giocata, provando ad eliminare qualche tocco. Purtroppo anche per lui un infortunio lo toglie dalla contesa nella fase calda. Se utilizzato nel modo giusto potrebbe essere un’arma non convenzionale, ma non per Juric.
EL SHAARAWY 6,5: Il vero peccato è che i due splendidi gol messi a segno oggi non servano praticamente a nulla. Prima di testa, poi con un destro in diagonale sotto l’incrocio, dopo aver traslocato di fascia. Dietro, anche per colpa di Cristante, ha sulla coscienza il terzo gol, perdendosi l’inserimento di Karlsson.
PISILLI 5: Posizionato ancora una volta sulla trequarti dimostra di non essere a suo agio in quella posizione. Pochissimo in fase conclusiva e altrettanto in fase di recupero palla. Gli si toglie spazio e questo non è un bene, ma solo Juric sembra non averlo capito. Ipotizzare che sia un altro Pellegrini, tatticamente, è la madre degli errori.
SOULÈ 5: Quando ancora la partita era in equilibrio si divora un gol praticamente fatto, su assist di Kone, colpendo la traversa. La vivacità palla al piede può anche intravedersi in alcune azioni, ma rimane fina a se stessa. Può e deve essere utilizzato in altro modo, qualora lo si voglia rilanciare.
DOVBYK 4,5: Praticamente nullo. Non sta bene e questo lo si sapeva, ma non a questo punto. Zero palloni tenuti, zero giocate, mai vicino al gol, mai pericoloso nei 16 metri. Così serve davvero a poco.
SHOMURODOV (dal 57’ per Soulè) 5,5: Commovente per impegno, purtroppo non siamo però alle Olimpiadi e correre non basta. Offre anche un buon pallone a Dovbyk che clamorosamente liscia al centro dell’area.
BALDANZI (dal 61’ per Pisilli) 5,5: Prova a dare una scossa, con quel classico brio elettrico che si porta addosso. Purtroppo però non si contano tiri in porta o giocate decisive.
DAHL 5,5 (dal 61’ per Celik) 5,5: La buona notizia è che perlomeno può giocare a pallone, anche in modo discreto (forse poteva essere utilizzato anche prima). Chiaramente, sia dal punto di vista fisico che tattico è ancora lontanissimo dal livello necessario per una Roma ambiziosa. Se invece l’obiettivo è trasformare la Roma nel Genoa, allora siamo sulla giusta strada.
PAREDES sv: Pochi palloni giocati, qualche lancio, zero lampi.
JURIC – L’esonero è inevitabile dopo l’ennesimo match giocato in modo a dir poco rivedibile. Altra sconfitta e soliti errori, con pochi correttivi e ancor meno idee. Il problema però non è la sua incapacità di risolvere i problemi ma l’idea di chi ha voluto metterlo in quel ruolo. L’errore era chiaro fin dall’inizio, essendo l’uomo sbagliato al posto sbagliato. Il pesce puzza dalla testa ed è arrivata l’ora di vedere la Luna e non il dito.