(di Keivan Karimi) – Il 24 febbraio per Roma ed i romani è un giorno triste, che segna la fine di un’era bellissima, quella in cui Alberto Sordi ha letteralmente regnato sulla città e sui suoi abitanti con la grandezza di un romano doc e indimenticabile. Oggi è il tredicesimo anniversario della scomparsa del grande attore trasteverino che a neanche 83 anni compiuti se ne andò zitto zitto, lasciando di sasso e tra le lacrime coloro che lo avevano eretto a simbolo della romanità.
Albertone oltre ad essere un interprete meraviglioso del cinema italiano è stato anche un grande romanista. Il suo tifo e la passione per i colori giallorossi sono comparsi di tanto in tanto nelle sue prodezze sceniche, come col coro ‘A profughi, a zozzi laziali’ nel film Il Marito, oppure quando durante una puntata de La Domenica Sportiva di fronte a due campioni come Facchetti e Mazzola affermò: “Sono un grande sportivo, W la Nazionale, W il Borgorosso e se permettere W la Roma!”.
Il 2 marzo 2003 la Curva Sud tributò un grande omaggio a Sordi da poco scomparso. L’atmosfera all’Olimpico per il match Roma-Empoli fu molto triste e particolare, in onore di un enorme rappresentante della città. Uno striscione ha campeggiato per alcuni minuti in curva: “Zitti zitti il marchese s’è addormito” – tipica frase del servitore Ricciotto al personaggio del Marchese del Grillo, indimenticabile interpretazione di Sordi per la regia di Mario Monicelli. Si è elevato persino il coro ‘Ma ndo vai se la banana non ce l’hai’ dalla celebre canzonetta da lui scritta e interpretata con Monica Vitti. Un ricordo doveroso che oggi a 13 anni dalla scomparsa non potevamo dimenticare. Ciao Albè, quanto ce manchi…